Niger, con lisolamento si rischia una crisi umanitaria: Cina, Iran e Wagner suoi possibili… – Buzznews

La diplomazia sta cercando freneticamente una soluzione alla crisi in Niger innescata dal colpo di Stato. Nonostante la visita di Victoria Nuland, alta responsabile della diplomazia USA, non siano stati ottenuti risultati concreti. La giunta golpista ha nominato Ali Mahaman Lamine Zeine come primo ministro, mentre si sta organizzando un nuovo vertice straordinario dell’Ecowas per discutere la crisi.

Una delegazione composta da rappresentanti dell’Ecowas, dell’Unione Africana e delle Nazioni Unite visiterà Niamey al fine di cercare di ripristinare le istituzioni della Repubblica. Nonostante si stia valutando l’opzione di un intervento militare, molti paesi desiderano evitarlo per evitare ulteriori conflitti.

Il Niger potrebbe subire conseguenze negative dalle sanzioni economiche e dall’isolamento internazionale. L’Italia, a tal proposito, preferisce una soluzione diplomatica, sostenendo che un intervento militare aumenterebbe la destabilizzazione del paese.

L’Ecowas si sta dividendo sull’intervento militare, con la Nigeria a favore e Ciad e Algeria contrari. Burkina Faso e Mali, invece, sostengono il Niger e offrono assistenza nel caso di un’eventuale invasione.

Le sanzioni stanno avendo un impatto significativo sull’economia del Niger, mettendo a rischio le condizioni della popolazione. Nonostante ciò, i golpisti sembrano intenzionati a non cedere il potere ottenuto.

Il Niger sta cercando nuovi alleati per aggirare le sanzioni, prendendo esempio da Burkina Faso e Mali. Si sottolinea che Russia, Cina e Iran potrebbero offrire un sostegno economico e militare al Niger.

Tutti i paesi coinvolti stanno cercando una soluzione diplomatica per preservare i propri interessi. In particolare, l’Italia si preoccupa dell’aumento dei flussi migratori e sta cercando una soluzione diplomatica alla crisi.

Un intervento militare avrebbe gravi conseguenze per l’Europa, sia riguardo ai migranti che al controllo del terrorismo internazionale. Pertanto, si sta cercando di evitare questa possibilità e di favorire una risoluzione pacifica.

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