Cecile Roukos, uno dei rappresentanti legali della famiglia delle vittime della strage avvenuta il 4 agosto 2020, ha sollevato gravi preoccupazioni riguardo al blocco del processo investigativo. L’esplosione, che ha avuto una potenza equivalente a 500 tonnellate di tritolo, ha causato la morte di 235 persone, ha lasciato oltre 7.000 feriti e ha costretto circa 300.000 persone a lasciare le proprie case.
Secondo Roukos, alcuni politici libanesi stanno cercando di intralciare le indagini e di ottenere l’impunità per se stessi. Tuttavia, il procuratore Bitar ha recentemente emesso mandati di arresto nei confronti di alcuni di questi politici e ha avviato nuove indagini con l’obiettivo di far luce sulla tragedia.
La situazione legale in Libano è tutt’altro che ottimale: la giustizia è politicizzata, corrotta e manca ancora di adeguate riforme. In risposta a ciò, i familiari delle vittime stanno chiedendo una Missione Fact Finding e il supporto della comunità internazionale per ottenere giustizia.
Inoltre, sorgono dubbi sul modello di ricostruzione del porto di Beirut e sulla privatizzazione della costa. Secondo alcuni osservatori, tali iniziative potrebbero non solo peggiorare la situazione economica del paese, già afflitto da una crisi a lungo termine, ma potrebbero anche creare ulteriori problemi morali e sociali.
Il Libano sta affrontando una crisi economica, valutaria e morale senza precedenti. La popolazione è stanca dei fallimenti dei politici locali e chiede un cambiamento sostanziale per il bene del paese e delle vittime della tragedia di Beirut.
In conclusione, Cecile Roukos e i familiari delle vittime stanno cercando risposte e giustizia per quanto accaduto il 4 agosto 2020. La situazione legale nel paese, tuttavia, rimane complicata a causa dell’ingerenza politica e della corruzione. Ora è necessario il supporto della comunità internazionale per garantire una corretta indagine e un processo equo. Nel frattempo, il Libano affronta una serie di sfide, da una crisi economica e valutaria a una mancanza di fiducia nella classe politica del paese.