Le nascite in Italia scendono al livello più basso dall’unificazione del Paese

Lo scorso anno in Italia sono nati meno di 400.000 bambini, il numero più basso dall’unificazione del Paese nel 1861, evidenziando il deterioramento delle dinamiche demografiche in un’economia alle prese con alti livelli di debito pubblico.

L’agenzia statistica nazionale Istat ha dichiarato venerdì che solo 393.000 bambini sono nati in Italia nel 2022, in calo dell’1,8% rispetto ai 400.249 nati nel 2021.

Il declino è avvenuto nonostante l’introduzione di un sistema di incentivi finanziari volto a incoraggiare più donne ad avere figli.

Il regime, istituito dal governo dell’ex premier Mario Draghi nel 2021, prevede per le famiglie assegni mensili in denaro che vanno da 50 a 175 euro per neonato. Questi pagamenti continuano fino a quando il bambino non è economicamente indipendente o compie 21 anni.

L’importo esatto pagato dal regime, iniziato il 1 marzo dello scorso anno, dipende dal reddito della famiglia, ma anche le famiglie benestanti possono beneficiare del pagamento.

Il numero di neonati in Italia è in costante calo dalla crisi finanziaria del 2008, facendo temere che il rapido invecchiamento della popolazione possa esercitare una maggiore pressione sulle finanze pubbliche del Paese.

“Le donne fanno meno figli”, ha detto Maria Rita Testa, demografa alla Louis University di Roma. “Alcuni di loro decidono di rimanere senza figli. Altri rimandano il tempo per mettere su famiglia e quando arriva il momento, è troppo tardi”.

L’Istat ha previsto che la popolazione italiana, ora poco meno di 59 milioni, scenderà a soli 48 milioni entro il 2070, mettendo a dura prova tutto, dai fondi pensionistici a un sistema sanitario già a corto di medici. Al 135%, l’Italia ha uno dei più alti livelli di debito/PIL in Europa, secondo i dati di Eurostat, l’ufficio statistico della Commissione Europea.

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“È una crisi demografica: perderemo molte persone in futuro”, ha detto Testa, aggiungendo che le proiezioni presumono che i tassi di fertilità rimbalzeranno da 1,3 figli per donna a 1,5. “È un cambiamento molto rapido.”

Ha avvertito che se il tasso di fertilità non riesce a riprendersi e invece rimane agli attuali tassi bassi, il calo delle dimensioni della popolazione sarà ancora più grave.

Il governo del primo ministro Giorgia Meloni ha più volte espresso preoccupazione per il calo delle nascite in Italia e le implicazioni per le prospettive del Paese.

Gli economisti ritengono che incoraggiare livelli di fecondità più elevati richiederà qualcosa di più dei pagamenti in contanti, sostenendo che anche i servizi di assistenza all’infanzia inadeguati in Italia devono essere potenziati, soprattutto per i bambini piccoli che non possono andare a scuola.

Attualmente, l’Italia ha una capacità di assistenza all’infanzia per appena il 26% della fascia d’età dei bambini piccoli, al di sotto dell’obiettivo UE del 33%.

“Non ha deciso di avere un bambino solo per 50 euro al mese”, ha detto Testa. “Se hai la possibilità di combinare la tua vita lavorativa con i doveri di cura dei bambini.”

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