L’Unione europea elabora un piano migratorio mediterraneo prima della riunione di emergenza

Lunedì la Commissione europea ha presentato un piano d’azione in 20 punti progettato per affrontare l’aumento della migrazione nel Mediterraneo centrale prima di una riunione di emergenza dei ministri degli interni.

Quest’anno più di 90.000 migranti e rifugiati hanno raggiunto l’UE attraverso una rotta del Mediterraneo centrale, ad esempio via mare dal Nord Africa all’Italia o a Malta, con un aumento del 50% rispetto al 2021. I ministri dell’Interno terranno i colloqui venerdì.

La commissaria europea per gli affari interni Ylva Johansson ha dichiarato in una conferenza stampa che uno degli assi del piano dell’UE è rafforzare la cooperazione con i paesi terzi, comprese le misure per impedire le partenze dal Nord Africa.

L’UNHCR afferma che la maggior parte dei migranti lascia la Libia e la Tunisia e proviene principalmente da Egitto, Tunisia e Bangladesh. L’UE mira a spendere 580 milioni di euro (594 milioni di dollari) tra il 2021 e il 2023 per sostenere i paesi nordafricani e contribuire a promuovere la crescita economica e le opportunità di lavoro nella regione.

La questione si è sviluppata all’inizio di questo mese quando Parigi e Roma si sono scontrate sull’accettazione da parte della Francia di una barca che trasportava 234 migranti soccorsi respinti dall’Italia.

Il ministro dell’Interno italiano Matteo Biantidossi ha descritto la proposta come un “solido inizio” e ha accolto con favore l’attenzione rivolta a una maggiore cooperazione con i paesi di origine e di transito e un maggiore coordinamento delle attività di soccorso marittimo.

Johansson ha affermato che è necessario un maggiore coordinamento dell’UE in materia di ricerca e soccorso, anche tra Stati costieri e Stati di bandiera, e ha sottolineato che fornire assistenza alle persone in difficoltà in mare è un obbligo legale.

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Ha inoltre evidenziato l’accordo dell’UE raggiunto a giugno sulla ricollocazione volontaria dei migranti e sui contributi finanziari dai paesi dell’UE non in prima linea.

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