“Secondo la Bibbia, i giovani portano lo spirito della conoscenza e dell’intelligenza. Fu il giovane Davide che umiliò l’arroganza del gigante Golia”.
Ha proseguito: “Infatti, quando la società civile e le aziende mancano delle competenze dei giovani, l’intera comunità appassisce e la vita di tutti è morta. Manca creatività, ottimismo ed entusiasmo. Una società e un’economia senza giovani è triste, pessimista e cinico”.
“Lo dico seriamente: conto su di te. Per favore, non lasciarci indisturbati e sii un modello.”
“povero nel mezzo”
Il Papa ha anche riflettuto sull’esempio di San Francesco d’Assisi e su cosa significa aiutare gli emarginati. Sviluppare un’economia ispirata a [Saint Francis] Significa impegnarsi per mettere al centro i poveri”.
“Cominciando da loro, guardiamo all’economia, iniziamo da loro, guardiamo al mondo”. “Non c’è ‘economia Francesco’ senza rispetto, cura e amore per i poveri, per ogni povero, per ogni persona debole e fragile – dalla gravidanza nel grembo materno al malato di handicap, all’anziano in difficoltà”.
Ha sottolineato che “finché il nostro sistema” produce “persone trascurate, e operiamo secondo quel sistema, saremo partner di un’economia che uccide”, sfidando i giovani economisti a chiedersi se stanno facendo abbastanza per cambiare le strutture, o se si accontentano di schiaffeggiare solo uno strato di vernice sulla casa.
“Forse la nostra risposta non dovrebbe basarsi su quanto possiamo fare, ma su come possiamo aprire nuove strade affinché i poveri stessi diventino campioni del cambiamento”, ha affermato.
Ha concluso il suo discorso con una preghiera a Dio Padre, chiedendogli di “perdonare la distruzione della terra, la mancanza di rispetto per le culture indigene, la mancanza di apprezzamento e di amore per i più poveri tra i poveri, perché ha creato ricchezza senza compagnia”.
“Il Dio vivente, che nel tuo spirito ha ispirato i cuori, le mani e le menti di questi giovani e li ha inviati nel loro cammino verso la Terra Promessa, guarda bene alla loro generosità, amore e disponibilità a spendere la loro vita per un grande esempio. Benedicili nelle loro opere, studi e sogni, accompagnali nelle loro difficoltà e nelle loro pene, e aiutali a trasformare le loro difficoltà e le loro pene in virtù e saggezza.
(la storia continua di seguito)
Economia del Patto Francisco
Al termine dell’incontro, Papa Francesco si è unito ai partecipanti nella firma di una Carta per rafforzare l’“economia evangelica”.
Di seguito il testo integrale dell’accordo:
Noi, giovani economisti, uomini d’affari e artefici del cambiamento, qui invitati ad Assisi da ogni parte del mondo, consapevoli della responsabilità della nostra generazione, ci impegniamo oggi, individualmente e collettivamente, a spendere la nostra vita affinché l’economia di oggi e l’economia di domani può diventare una misura del Vangelo, così:
Un’economia di pace, non di guerra, un’economia che resiste al proliferare delle armi, soprattutto le più distruttive, un’economia che ha a cuore il creato e non ne abusa, un’economia al servizio dell’uomo, della famiglia e della vita, che rispetta ogni donna , uomo e bambino, gli anziani, soprattutto i più vulnerabili e vulnerabili, un’economia in cui la cura sostituisce il rifiuto e l’indifferenza, un’economia che non lascia indietro nessuno, per costruire una società in cui la mentalità dominante diventa la pietra angolare, un’economia che riconosca e protegga il lavoro sicuro e dignitoso per tutti, un’economia in cui la finanza sia amica e alleata dell’economia reale e del lavoro e non contro di essi, un’economia che valorizzi e protegga le culture e le tradizioni dei popoli, e tutti Gli esseri viventi e le risorse naturali della terra, un’economia che combatte la povertà in tutte le sue forme, riduce le disuguaglianze e sa dire con Gesù e Francesco: «Benedetto il Signore Ooor, un’economia guidata dalla morale umana e aperta alla trascendenza , un’economia che crea ricchezza per tutti, e che genera gioia e non solo ricchezza, perché felicità incomplete che non sono condivise.