La fine del glorioso Servizio Sanitario Nazionale – Buzznews

La fine del glorioso Servizio sanitario nazionale

Ogni anno, nel periodo novembre/marzo, si verifica l’affollamento dei DEA, con cittadini che sostano su barelle senza distanze di sicurezza e reparti che riducono le attività ordinarie per far posto ai pronto soccorso.

Le cause di questo grave disagio includono l’azione tardiva e inefficace delle ASL e delle Regioni nel gestire l’emergenza influenzale e parainfluenzale.

Il problema va oltre gli ospedali, poiché oltre il 90% dei problemi sanitari della popolazione viene gestito sul territorio dai medici di famiglia.

L’invecchiamento della popolazione e la riduzione dei posti letto ospedalieri sono cause profonde di questo fenomeno.

Tra il 1980 e il 2020, la percentuale di persone over 65 in Italia è passata dal 13,1% al 21%, con oltre 14 milioni di over 65 nel paese.

Nel 1980, c’erano 922 posti letto ospedalieri per malati acuti ogni 100.000 abitanti, mentre nel 2020 sono rimasti solo 275.

Questo fenomeno non si verifica solo in Italia, ma anche in altri paesi europei come la Germania.

In Piemonte, mancano circa 600 medici di famiglia e altrettanti medici di continuità assistenziale.

La situazione è aggravata dalla mancanza di personale infermieristico per le cure domiciliari e dalla trasformazione della prestazione sanitaria in un “discount” di qualità inferiore.

I cittadini si trovano a dover girare per la regione per ottenere una prestazione sanitaria, optando spesso per il pagamento a causa dei costi di trasporto elevati.

Si prevede che, tra qualche mese, si tornerà a parlare delle liste d’attesa, con cittadini costretti a viaggiare o pagare per ottenere prestazioni sanitarie.

È necessaria una seria protesta da parte dei medici e degli infermieri per scuotere le coscienze di chi ha il potere di cambiare la situazione attuale.

READ  Boom di ricoveri per problemi alimentari tra bambini, adolescenti maschi e persone con disturbi diversi da... - Buzznews

La situazione nel servizio sanitario italiano sta raggiungendo livelli critici. Ogni anno, nel periodo tra novembre e marzo, si assiste ad un affollamento dei Dipartimenti di Emergenza-Accettazione (DEA), con pazienti che restano su barelle senza distanze di sicurezza e reparti che riducono le attività ordinarie per poter accogliere gli urgenti casi di pronto soccorso. Le cause di questo grave disagio includono l’azione tardiva e inefficace delle Aziende Sanitarie Locali (ASL) e delle Regioni nel gestire l’emergenza influenzale e parainfluenzale, che ogni anno colpiscono il paese.

Ma il problema va oltre gli ospedali. Infatti, oltre il 90% dei problemi sanitari della popolazione viene gestito sul territorio dai medici di famiglia. Tuttavia, proprio in questo campo, si registrano enormi carenze. L’invecchiamento della popolazione e la riduzione dei posti letto ospedalieri sono tra le cause profonde di questo fenomeno. Secondo dati ufficiali, tra il 1980 e il 2020, la percentuale di persone over 65 in Italia è passata dal 13,1% al 21%, con oltre 14 milioni di over 65 nel paese. Nel frattempo, il numero di posti letto ospedalieri per malati acuti ogni 100.000 abitanti è diminuito drasticamente, passando dai 922 del 1980 ai soli 275 nel 2020.

Va notato che non sono solo gli ospedali italiani a registrare questi problemi, ma anche altri paesi europei, come la Germania. Nonostante tutto, la situazione sembra particolarmente critica in Piemonte, dove mancano circa 600 medici di famiglia e altrettanti medici di continuità assistenziale. Inoltre, la carenza di personale infermieristico per le cure domiciliari e la trasformazione della prestazione sanitaria in un “discount” di qualità inferiore aggravano ulteriormente la situazione.

READ  Cosa mangiare per abbassare il colesterolo: i migliori 5 tipi di alimenti

I cittadini si trovano costretti a girare per la regione per ottenere una prestazione sanitaria adeguata, facendo spesso ricorso al pagamento a causa dei costi di trasporto elevati.

Secondo le previsioni, tra qualche mese si tornerà a parlare delle lunghe liste d’attesa, con cittadini costretti a viaggiare o pagare per ottenere le necessarie prestazioni sanitarie.

In queste circostanze, è necessaria una seria protesta da parte dei medici e degli infermieri per scuotere le coscienze di chi ha il potere di cambiare la situazione attuale. Bisogna agire affinché vengano fornite risorse sufficienti e una gestione efficace delle emergenze sanitarie, così da garantire una sanità pubblica di qualità per tutti i cittadini italiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *