I ricercatori giapponesi si stanno avvicinando ad avere bambini in laboratorio

Neonato (UNICEF / UN0318847 / Latif)

Neonato

(UNICEF / UN0318847 / Latif)

Un team di ricercatori giapponesi dell’Università di Kyushu sta facendo passi da gigante nel tentativo di sviluppare bambini in laboratorio entro il 2028! Destinata a curare l’infertilità e curare i difetti alla nascita, la ricerca innovativa prevede la produzione di grandi quantità di ovuli e sperma da normali cellule umane.

Pubblicato sulla prestigiosa rivista natura, Lo studio delinea il metodo innovativo del team per convertire le cellule della pelle di topo maschio in cellule staminali pluripotenti. Queste cellule versatili hanno la capacità di svilupparsi in diversi tipi di cellule o tessuti. Attraverso l’uso di un farmaco specifico, i ricercatori sono riusciti a convertire le cellule staminali maschili dei roditori in cellule femminili, in grado di produrre cellule uovo vitali. Queste uova sono state poi fecondate, dando vita a topi maschi sani.

Il professor Katsuhiko Hayashi, un rispettato esperto di biologia delle cellule staminali presso l’Università di Kyushu, ha sottolineato le implicazioni di questa ricerca nel suo articolo. Ha spiegato che lo studio fornisce preziose informazioni per alleviare l’infertilità causata dal cromosoma sessuale o da disturbi fisici. Inoltre, apre la possibilità della riproduzione binaria, che è un progresso pionieristico.

Questo ultimo studio si basa sul precedente successo del team nella creazione di topolini attraverso la maternità surrogata artificiale utilizzando due roditori maschi. Sebbene solo sette dei 630 embrioni si siano sviluppati in topi vivi in ​​questo esperimento, i ricercatori ritengono che i risultati abbiano un grande potenziale per la riproduzione umana.

Teoricamente, lo stesso processo potrebbe essere replicato negli esseri umani iniettando embrioni generati da cellule staminali pluripotenti nell’utero di una femmina. Il dottor Hayashi stima che la replica della produzione di cellule simili a uova negli esseri umani richiederebbe circa cinque anni, con ulteriori 10-20 anni di test necessari per garantire la sicurezza di questo metodo di riproduzione artificiale per l’uso nelle cliniche.

Pur riconoscendo la fattibilità scientifica, la dott.ssa Diana Laird, rinomata esperta di cellule staminali e riproduttive dell’Università della California, San Francisco, ha salutato la ricerca come una “strategia molto intelligente”..e ne ha sottolineato l’importanza nello sviluppo di entrambe le cellule staminali e biologia riproduttiva. Hayashi capisce che le implicazioni sociali di questa tecnologia sono altrettanto importanti. La disponibilità di questo metodo riproduttivo per uso umano rimane una questione sia per la comunità scientifica che per la società in generale.

Mentre il mondo attende con impazienza ulteriori sviluppi in questa ricerca all’avanguardia, il potenziale per i bambini sviluppati in vitro offre speranza alle persone alle prese con infertilità e difetti alla nascita.

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L’articolo di cui sopra è stato originariamente pubblicato da Wired con modifiche minime al titolo e al testo.

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