Tasse, la pressione fiscale su chi le paga sale al 47,4% (anche a causa del sommerso) – Buzznews

Titolo: “Il 47,4% dei contribuenti italiani soffre di un’elevata pressione fiscale non ufficiale, secondo la Cgia”

Nel 2023, i contribuenti fedeli al fisco hanno subìto una pressione fiscale reale del 47,4%, quasi 5 punti percentuali in più rispetto ai dati ufficiali. Questo è quanto emerge da uno studio condotto dalla Cgia, l’associazione di piccole imprese e artigiani, che ha analizzato il prelievo fiscale nel Paese.

Secondo il report, nonostante la tassazione sia diminuita dello 0,2% rispetto all’anno precedente grazie alla rimodulazione delle aliquote e degli scaglioni dell’Irpef e all’aumento modesto del Pil, la maggior parte degli italiani non ha beneficiato appieno di questa diminuzione a causa dell’aumento dei costi delle bollette, della Tari e dei ticket sanitari.

Tuttavia, non è solo questo il motivo per cui la pressione fiscale reale è superiore ai dati ufficiali. L’economia non osservata, ovvero quella parte dell’economia sommersa che non contribuisce alle casse dello Stato, è responsabile di questo squilibrio. Nel 2021, l’economia non osservata in Italia ha raggiunto i 192 miliardi di euro, di cui 173,8 miliardi attribuibili all’economia sommersa.

La Cgia ha criticato anche le stime sull’evasione degli autonomi, definendole “inattendibili”, e ha evidenziato che i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) non tengono conto del tax gap riconducibile agli autonomi esclusi dal pagamento dell’Irap, l’imposta sulle attività produttive.

Secondo l’associazione di artigiani e piccole imprese, se i lavoratori autonomi rispettassero completamente le richieste dell’erario, dovrebbero dichiarare il 115% in più rispetto alla media attuale.

Complessivamente, la Cgia ritiene che i dati presentati dal Mef siano poco attendibili e che sia necessario adottare misure per combattere l’evasione fiscale e ridurre la pressione fiscale sulle famiglie e sulle imprese italiane.

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Secondo le previsioni della Cgia, nel 2024 è previsto un ulteriore calo complessivo delle tasse e dei contributi sulla ricchezza prodotta nel Paese. Tuttavia, sarà fondamentale affrontare anche il problema dell’economia non osservata per garantire una redistribuzione equa della pressione fiscale su tutti i contribuenti italiani.

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