Roma, caos nel Cpr di Ponte Galeria dopo suicidio di un 22enne: sassi contro il personale – Buzznews

Giovane si suicida in centro di detenzione: protesta degenera in violenze

Circa 60 ospiti del Centro di Permanenza per il Rimpatrio (Cpr) di Roma hanno cercato di sfondare una porta in ferro e hanno tentato di incendiare un’auto, in una violenta protesta che ha avuto luogo ieri sera. Le forze dell’ordine sono intervenute per calmare la situazione, utilizzando anche lacrimogeni per disperdere la folla.

Durante gli scontri, due carabinieri e un militare sono rimasti lievemente feriti e sono stati portati in ospedale per ricevere le cure necessarie. Nel frattempo, il giovane che si è poi suicidato ha lasciato una scritta sul muro, esprimendo il desiderio che il suo corpo fosse portato in Africa.

L’episodio ha suscitato grande indignazione e ha portato la garante dei detenuti di Roma ad affermare che questi posti disumani devono essere chiusi. Secondo la garante, il giovane si trovava in condizioni precarie e il suo gesto disperato potrebbe essere stato causato da un ambiente coercitivo e degradante.

Il giovane è stato trovato impiccato con un lenzuolo a una grata, e i soccorritori hanno tentato inutilmente di rianimarlo. Il ragazzo era arrivato da Trapani, e avrebbe voluto tornare nel suo paese per prendersi cura dei suoi fratelli.

Quest’ultimo episodio ha scatenato una serie di richieste politiche per chiudere definitivamente i Cpr. Il deputato Riccardo Magi ha affermato che questi centri di detenzione sono peggiori dei carceri, e ha invitato il governo a visitarli per constatarne le condizioni inaccettabili. Inoltre, la senatrice Cecilia D’Elia ha sostenuto che l’episodio del giovane suicida debba mettere fine all’esistenza stessa dei Cpr, invitando a una revisione urgente del sistema di detenzione dei migranti.

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