Punti chiave della sentenza di secondo grado sulla tragedia del resort di Rigopiano
La sentenza di secondo grado sulla tragedia del resort di Rigopiano, lo scorso mercoledì, ha confermato alcune condanne e assoluzioni, ma ha anche portato alla luce alcune condanne inaspettate.
Il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, è stato condannato a 2 anni e 8 mesi di reclusione, insieme ai funzionari del servizio strade della Provincia di Pescara, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio, che hanno ricevuto entrambi 3 anni e 4 mesi di reclusione.
D’altra parte, sono state confermate le 22 assoluzioni per diverse persone coinvolte nella tragedia.
Tra le condanne inaspettate, spiccano quella dell’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, condannato ad un anno e otto mesi di reclusione, e quella dell’ex capo di Gabinetto, Leonardo Bianco, che ha ricevuto una condanna di un anno e quattro mesi. Entrambi erano stati precedentemente assolti in primo grado.
In particolare, Enrico Colangeli, responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di Farindola, ha ricevuto la condanna più pesante, con due anni e otto mesi di reclusione, per omicidio colposo plurimo e lesioni colpose plurime. Questo coinvolge direttamente l’Ufficio tecnico del Comune nella tragedia.
I familiari delle vittime si dicono delusi dal fatto che la sentenza non coinvolga i livelli politici e la dirigenza della Regione, che per vent’anni si sono rimpallati la redazione della carta del pericolo valanghe.
L’ex prefetto Provolo è stato ritenuto responsabile per il rifiuto di atti di ufficio e falsità ideologica in atto pubblico, ma il presidente della Corte ha sottolineato che non c’è un nesso di causalità tra queste condotte e la tragedia.
Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza, che saranno depositate il 10 maggio, per poter comprenderne appieno gli scenari che si aprono.
Gli imputati erano accusati di una serie di condotte, dalla mancata convocazione della commissione comunale valanghe all’ampliamento del resort in una zona a rischio valanghe.
Il giudice ha inoltre rilevato che c’è stata una telefonata in cui viene ignorata la richiesta del direttore dell’albergo di uno spazzaneve per liberare la strada.
I familiari delle vittime hanno annunciato che continueranno la battaglia in Cassazione per ottenere giustizia per i propri cari.