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Il ministro della Difesa italiano Lorenzo Guerini ha detto lunedì in Parlamento che un nuovo ponte aereo per l’Aeronautica Militare italiana sta trasportando altri 500 rifugiati afgani a Roma.

I rifugiati sono cittadini afgani e loro familiari che hanno prestato servizio con le forze armate italiane durante il loro dispiegamento in Afghanistan, principalmente nella provincia di Herat. Finora sono stati tutti sfollati in paesi vicino all’Afghanistan.

Guerini ha chiamato l’operazione “Aquila Omnia-Bis”. Alla fine, circa 5.000 afgani saranno trasportati in Italia.

Ha detto ai parlamentari: “L’evacuazione dei cittadini afgani da Kabul la scorsa estate è stato un processo molto complicato, ma il lavoro continuo e silenzioso delle Forze Armate italiane è proseguito anche negli ultimi mesi. Grazie alla collaborazione tra i Ministeri di Difesa, Esteri, Interni e Servizi Informativi Nazionali possiamo dire di essere soddisfatti”.

Più di 1.500 militari italiani hanno lavorato a questo ponte aereo da quando è iniziato nella seconda metà di agosto.

Una fonte del ministero della Difesa italiano ha riferito ad Arab News che nei giorni scorsi sono arrivati ​​in Italia i primi sette cittadini afgani di questo secondo ponte aereo umanitario, tra cui una donna all’ultimo mese di gravidanza.

Al suo arrivo a Roma Fiumicino è stata portata all’ospedale Grassi di Ostia, alla periferia di Roma. Ho dato alla luce una bambina.

Dopo il periodo di isolamento in strutture speciali, tutti i rifugiati saranno trasferiti in diverse città a livello nazionale.

Altri arrivi sono attesi nei prossimi giorni.

L’Italia ha completato il ritiro delle sue forze dall’Afghanistan il 30 giugno, ponendo fine a un dispiegamento di 20 anni.

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Secondo il ministero degli Esteri italiano, 50.000 soldati italiani sono stati dispiegati in Afghanistan nel periodo successivo agli attentati dell’11 settembre. Durante quel periodo, 53 soldati furono uccisi e 723 feriti.

L’Italia è stata uno dei cinque Paesi più coinvolti in Afghanistan insieme a Stati Uniti, Turchia, Gran Bretagna e Germania nell’ambito della missione Resolute Support.

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