L’Italia vara riforme legali “Berlusconi” per rafforzare i diritti degli imputati da Reuters


©Reuters. FOTO D’ARCHIVIO: Un pallbearer tiene una foto dell’ex primo ministro italiano Silvio Berlusconi mentre passa davanti alla bara durante i suoi funerali di stato al Duomo di Milano, 14 giugno 2023. REUTERS/Yara Nardi/File foto

Di Emilio Parodi

MILANO (Reuters) – Il gabinetto italiano ha approvato giovedì una riforma giudiziaria volta a rafforzare i diritti degli imputati, misure a lungo sostenute dall’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, morto questa settimana dopo anni di battaglie legali con i pubblici ministeri.

Il disegno di legge, dedicato a Berlusconi dal governo di destra di Giorgia Meloni, limita l’uso delle intercettazioni, complica le procedure per disporre gli arresti e abolisce il reato di abuso d’ufficio, tra una serie di passaggi per tarpare le ali ai pm.

È l’ultimo di una serie di tentativi da parte dei recenti governi di riformare il lento e inefficace sistema giudiziario italiano. Il disegno di legge sarà ora presentato al parlamento per la discussione e l’approvazione.

Alcuni giudici e pubblici ministeri affermano che ciò renderà più difficile indagare sui crimini e condannare i criminali. Il governo insiste che ridurrà gli abusi dei querelanti e accelererà i procedimenti.

Il punto principale è l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha definito un reato “effimero” che impedisce agli eletti di prendere decisioni e ostacola i procedimenti giudiziari. Altri reati di corruzione rimangono agli atti.

La bozza di riforma vista da Reuters cita dati che mostrano che nel 2021 sono state indagate per abuso d’ufficio 4.745 persone, mentre le condanne sono state solo 18.

Proteggere le persone dall’arresto è un altro atto legislativo essenziale.

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I giudici non potranno più ordinare l’arresto di sospetti senza prima interrogarli, a meno che non si dimostri che l’elemento sorpresa è necessario al buon esito delle indagini.

Inoltre, in futuro i mandati d’arresto dovranno essere firmati da un collegio di tre giudici invece che da uno solo, come avviene ora.

La riforma inasprisce anche le regole sulle intercettazioni, tema molto dibattuto in Italia, limitando l’uso nei processi di conversazioni intercettate che coinvolgono persone non sotto inchiesta diretta.

Anche il diritto dei pubblici ministeri di impugnare le sentenze di assoluzione – molto diffuso in Italia – è stato limitato per una serie di reati meno gravi.

Giuseppe Santalucia, presidente dell’Ordine dei magistrati in Italia, ha affermato che l’abolizione dell’abuso d’ufficio creerebbe un “vuoto ingiustificato nella tutela del diritto penale”.

Ha aggiunto che una decisione di tre giudici sui mandati creerebbe problemi organizzativi a causa della carenza di personale, mentre impedire ai querelanti di appellarsi ai verdetti di assoluzione sarebbe probabilmente contrario alla costituzione.

Giovedì il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sesto ha respinto tali obiezioni, dicendo al quotidiano Corriere della Sera che la riforma “aprirà le porte al Paese” e dovrebbe essere vista come un regalo postumo a Berlusconi.

“È giusto dedicare a lui questa riforma perché è in linea con i suoi valori”, ha detto.

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