Lettura per l’Iran: le donne generano le parole di cui il nostro mondo ha bisogno

I giovani di tutto il mondo si stanno unendo ai giovani iraniani nella protesta per i diritti, in particolare delle donne, in Iran, dove le manifestazioni hanno riempito le strade in seguito alla morte del 22enne Mohsa Amini per mano della polizia morale del paese.

Scritto da Francesca Merlo

I giovani di tutto il mondo stanno facendo del loro meglio per mostrare vicinanza e solidarietà alle donne iraniane.

In occasione della mobilitazione voluta dagli attivisti iraniani dal 5 al 7 dicembre, giorno in cui l’Iran celebra la “Giornata degli studenti”, i giovani dell’economia di Francesco si sono mobilitati per partecipare alla maratona della lettura.

Per tutto il giorno, da Italia, Portogallo, India, Costa d’Avorio, Australia, Guatemala, Stati Uniti e Messico, i giovani si alternano nella lettura in diverse lingue della celebre raccolta di fiabe orientali Le mille e una notte, detta anche Notti arabe.

ondata di manifestazioni

In un comunicato diffuso martedì da Francesco Economy, i giovani imprenditori sono stati denunciati dicendo: “Abbiamo assistito a tre mesi di proteste di piazza dalla morte di Mohsa Amini, la donna curda di 22 anni accusata dalla polizia morale di Teheran il 16 settembre per non aver indossato correttamente l’hijab”.

Da quel giorno il Paese è stato oggetto di un’ondata di manifestazioni, che hanno raggiunto l’intera comunità internazionale.

“Alcune di noi si sono unite alla protesta delle donne iraniane imitando quel gesto audace e risoluto: tagliare una ciocca di capelli”, dicono gli economisti. Nella cultura curda il taglio dei capelli è segno di lutto, e l’usanza è diventata simbolo di rabbia, grido disperato di cambiamento, taglio netto che diventa metafora di parole, libertà e diritti.

READ  Il critico gastronomico degli 11 panini invernali preferiti di Robert Setsima

In piedi accanto alle donne iraniane

Oggi, continuano le giovani economiste e imprenditrici di tutto il mondo, “Sentiamo il dovere di stare con le donne iraniane che stanno lottando per la loro libertà e con tutti i giovani che stanno cercando – rischiando la vita – di costruire un futuro migliore e lo faremo usando le parole, per enfatizzare il potere ‘salvativo’ delle parole, “Il diritto di parlare e protestare”.

Il comunicato si conclude dicendo che il dispositivo narrativo de Le mille e una notte ci ricorda anche che la narrazione è anche un luogo in cui andiamo per cercare di sconfiggere la morte: Ars Narrandi, Ars Vivendi.

“Le donne hanno una speciale conoscenza delle parole, perché hanno una speciale intimità con la vita. Ci insegnano le prime parole: che le donne rinascano, le prime parole necessarie perché nasca il mondo nuovo”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *