L’estate italiana ogni anno profuma di vittoria: dopo quella della Nazionale di calcio allenata da Mancini, che ha meritatamente conquistato l’Europeo il 12 luglio 2021 battendo l’Inghilterra in finale, ecco arrivare quella della Nazionale di atletica leggera capitanata da Marcell Jacobs, che martedì 16 agosto si è laureato campione d’Europa nei 100 metri a Monaco di Baviera. Un’impresa di assoluto valore quella del 27enne velocista lombardo, che va ad affiancarsi al bronzo di Crippa sui 5000 metri e al record di Dester nel decathlon, perché possibile nonostante una vistosa fasciatura al polpaccio sinistro. L’azzurro, insomma, non era in perfette condizioni per affrontare la finale, tenendo conto che nel corso della semifinale aveva corso con una leggera contrattura. Eppure da fuoriclasse quale è ha superato tutti. Questo conta alla fine, per lui e per gli italiani che in estate ancora una volta a livello sportivo non possono fare altro che gioire. Gioie che solo lo sport sa offrire.
Più forte degli infortuni
Dopo gli ori nei 100 metri e nella staffetta 4×100 conquistati a Tokyo 2021, Marcell Jacobs, con il tempo di 9.95 secondi (vento +0.1), è tornato a tenere alto il nome del Belpaese vincendo la medaglia d’oro nei 100 metri agli Europei di atletica leggera di Monaco di Baviera. Il velocista ed ex lunghista italiano ha avuto la meglio su avversari di tutto rispetto come i britannici Zharnel Hughes e Jeremiah Azu, che hanno provato in tutti i modi a tallonarlo senza però riuscirci. Ciò è stato possibile perché l’atleta nativo di El Paso è arrivato in Germania al massimo della sua forma, dopo che a luglio da favoritissimo per un infortunio aveva dovuto ritirarsi dai Mondiali di Eugene. Allenando con regolarità senza troppo sovraccaricare quell’adduttore che fino a pochi mesi fa non lo lasciava per nulla tranquillo e prendendosi cura del proprio corpo, regalandosi più pause e almeno 8 ore di buon sonno, pratiche queste ultime che fanno la differenza non solo nell’ambito dell’atletica ma anche in altre attività professionistiche, Jacobs questa volta non poteva fallire. E non ha fallito, facendo registrare il suo miglior tempo stagionale.
Jacobs entra nella storia (insieme a Mennea)
Con il successo di pochi giorni fa Marcell è entrato nella storia divenendo il quarto uomo a riuscire nell’impresa di vincere l’oro europeo dei 100 dopo quello olimpico. Prima di lui c’era riuscito una leggenda come Pietro Mennea, a Praga 1978. Si dirà che quelli erano tempi “più semplici” per l’atletica leggera, meno competitivi: in realtà già allora la concorrenza era agguerrita, perché l’atleta di Barletta in quell’occasione dovette vedersela con un certo Eugen Ray, velocista tedesco orientale il cui palmarès prima del ’78 era già piuttosto ricco. Piccola curiosità: Jacobs con i suoi 9.95 secondi ha fatto meglio di Mennea, che più di 40 anni fa si laureava campione europeo correndo in 10″27. Grande curiosità: con il successo dell’atleta di El Paso l’Italia in 84 anni sale per la settima volta sul podio. La prima medaglia fu l’argento di Orazio Mariani a Parigi nel 1938, l’ultima, appunto, quella di Marcell.
Le critiche non lo hanno fermato (e ora punta al prossimo mondiale)
Jacobs è arrivato a Monaco di Baviera con il supporto totale della tifoseria italiana ma anche con qualche critica. Dopo il passo falso di Eugene e i guai fisici dei mesi successivi è stato criticato per alcune sue scelte, in particolare per il modo in cui si era allenato. Critiche che si sono sciolte come neve al sole quando il 16 agosto ha trionfato conquistando il suo quarto titolo in un anno e mezzo. Un titolo non qualsiasi ma piuttosto pesante, come si è capito leggendo il paragrafo precedente. Nel mirino dell’atleta azzurro ora ci sono i Campionati del mondo di atletica leggera 2023, palcoscenico dove non vorrà certo farsi trovare impreparato. Poter primeggiare tra un anno in quella che sarà per lui, e per tutti gli azzurri, una manifestazione importantissima sarà il miglior modo per confermarsi ancora una volta re. Il titolo iridato outdoor in terra magiara lo sta già aspettando a braccia aperte.