Una nuova unità galleggiante di stoccaggio e rigassificazione ritenuta essenziale per la sicurezza energetica dell’Italia è arrivata domenica in Toscana, scatenando le proteste locali.
Una volta installata nel sito di Piombino, Golar Tundra riceverà gas naturale liquefatto (GNL) da altre navi cisterna, che tornerà allo stato gassoso e potrà essere immesso nella rete nazionale italiana.
Stefano Venier, amministratore delegato del gruppo italiano del gas Sanam, proprietario dell’unità, ha dichiarato all’inizio di questa settimana che inizierà a funzionare da maggio.
Il progetto è centrale nel piano dell’Italia per ridurre la sua dipendenza dal gas russo sulla scia dell’invasione dell’Ucraina, che l’ha vista anche firmare nuovi accordi con partner come l’Algeria e la Libia.
L’ex ministro dell’Energia Roberto Cingolani ha dichiarato lo scorso anno che era “necessario per la sicurezza nazionale”.
Il sito è stato scelto in modo che il gas potesse essere facilmente trasportato nel nord altamente industrializzato dell’Italia, anche se il governo dice che è temporaneo e che dopo tre anni passerà.
Ma ci sono stati mesi di proteste locali contro il progetto, e domenica si è tenuto un piccolo raduno prima che la nave arrivasse a tarda notte da Singapore.
Gli oppositori affermano che porrebbe rischi per la salute e la sicurezza di coloro che viaggiano tra il porto di Piombino e l’Isola d’Elba, una popolare destinazione turistica.
I gruppi ambientalisti hanno anche avvertito che il progetto rallenterà la transizione dell’Italia verso le energie rinnovabili.
Golar Tundra può immagazzinare 170.000 metri cubi di GNL e ha una capacità di rigassificazione annuale di cinque miliardi di metri cubi, secondo Sanam.
«Cinque miliardi di metri cubi di gas ci permettono di raggiungere livelli di autosufficienza che consentono alle famiglie di considerare bollette più basse», ha detto Eugenio Gianni, presidente della Toscana al porto.
Sanam ha affermato la scorsa estate che l’unità potrebbe contribuire per circa il 6,5% al fabbisogno italiano, portando la capacità nazionale di rigassificazione a oltre il 25% della domanda.
I funzionari affermano che la Russia ha fornito circa il 40% del gas italiano nel 2021, ma tale percentuale è scesa al 16% l’anno scorso.
Fonte: Agence France-Presse