Il Parlamento italiano indica il proprio sostegno al gasdotto EastMed

La commissione Affari esteri del Parlamento ha invitato il governo a collaborare con i paesi partecipanti al progetto per valutarne le prospettive di sviluppo. Come osserva Formentini della Lega, l’oleodotto consentirebbe a Roma di diversificare le rotte di approvvigionamento, contribuire a proiettarle verso est e promuovere migliori relazioni tra le democrazie nella regione del Mediterraneo.

I parlamentari italiani sostengono EastMed. La Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati ha approvato mercoledì una delibera – piede Del Vicepresidente Paolo Formentini – obbligando il governo a “proseguire un opportuno dialogo con i Paesi partecipanti al progetto EastMed” al fine di “valutarne lo sviluppo, con l’obiettivo di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico, sulla base dell’evoluzione geopolitica internazionale contesto e condizioni di fattibilità tecnica ed economica”.

  • Il testo richiede inoltre all’esecutivo di “prestare la massima attenzione possibile ai processi di integrazione in atto nel Mediterraneo orientale, regione vitale per gli approvvigionamenti energetici nazionali e per gli equilibri politici strategici globali”.

È più grande della maggior parte. I parlamentari di tutti i partiti della coalizione di governo di destra e del cosiddetto Terzo Polo, un sindacato centrista, hanno votato a favore. I due principali partiti di opposizione – Partito Democratico e Movimento 5 Stelle – si sono astenuti, mentre la coalizione dei Verdi e della Sinistra ha votato contro. La palla è ora nel campo del governo.

  • “Il Parlamento si è finalmente espresso, dopo un approfondito dibattito, a sostegno di quella che possiamo definire una ‘pipeline di democrazie’”, ha detto Formentini, deputato della Lega, sottolineando la centralità del Mediterraneo Orientale per l’energia italiana forniture. al nostro sito gemello. “È necessario diversificare le fonti energetiche e le rotte di approvvigionamento”.
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Prospettiva strategica EastMed. La decisione rileva che il gasdotto consentirà a Roma di “ripristinare le sue opzioni di approvvigionamento energetico” alla luce della diversificazione di Roma dal gas russo. La Libia, altro fornitore di gas, è ancora “estremamente instabile e lontana da una tregua completa”, mentre auspichiamo che contatti più moderati tra Turchia e Israele siano “un preludio a una più netta de-escalation” anche tra Ankara e Atene.

  • Il progetto Eastmed “si propone anche come un corridoio strategico vantaggioso per migliorare il potenziale rinnovabile della regione del Mediterraneo orientale attraverso il trasporto di gas verdi come l’idrogeno”, afferma la nota.
  • E’ anche “un coordinamento che possa unire la rete di relazioni costruita attorno agli Accordi di Abramo e al processo di riconciliazione tra arabi e israeliani, e gettare un ponte tra l’Italia e gli Stati arabi del Golfo Persico”.

Un passo indietro. Se realizzato, il gasdotto EastMed si estenderebbe per oltre 1.900 chilometri e trasporterebbe gas naturale, oltre all’idrogeno, dal bacino del Mediterraneo orientale all’Europa attraverso la Grecia e l’Italia meridionale, attraverso il cosiddetto ramo Poseidon. L’italiana Edison e la greca Depa sono partner al 50% del consorzio IGI-Poseidon, che supervisiona i lavori infrastrutturali a Cipro, in Grecia e in Israele. Tra le società che gestiranno il gasdotto c’è Eni.

  • Attraverso un’intervista con il sito gemelloFabrizio Mattana – Executive Vice President Gas Assets di Edison – ha chiesto al governo di “esprimere un chiaro sostegno, che garantirà anche un peso molto maggiore a livello europeo”.

La connessione israeliana (e il ruolo di Türkiye). A marzo, Matana ha partecipato a un business forum — moderato dal ministro delle Imprese Adolfo Urso — insieme al premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha detto ai partecipanti (e poi il presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni) che Italia e Israele dovrebbero fare un “salto di qualità” nelle relazioni bilaterali e “ampliare” la cooperazione nel campo del gas.

  • Israele è tra le principali parti interessate in EastMed, insieme a Cipro e alla Grecia, grazie al suo accesso alle riserve di gas naturale nel bacino levantino. Cipro e Israele I colloqui sono in corso per collegare i loro giacimenti di gas offshore, che favorirebbero il più ampio progetto EastMed.
  • Tuttavia, come amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi Ha detto di recente Commissione Esteri, le “potenzialità nascoste” del gasdotto possono arrivare solo con un accordo con la Turchia, attualmente esclusa dal progetto.
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