Se quei conti sembravano traballanti, nella migliore delle ipotesi, nei primi due anni del suo decennio, la pandemia di coronavirus li ha distrutti tutti insieme. Come la maggior parte dei club in tutta Europa, la Juventus ha trascorso gran parte dell’ultimo anno cercando di determinare come, nello specifico, può assorbire centinaia di milioni di dollari di mancati guadagni.
Ronaldo ha giocato in campo – ha segnato 101 gol per il club in 134 partite nazionali, anche se la Juventus si è allontanata ulteriormente dalla competizione di Champions League e a maggio ha ceduto il titolo di Serie A per la prima volta in un decennio – e ha ha aiutato, senza dubbio Il club sta espandendo il suo marchio al di fuori di esso.
Giorgio Ricci, chief revenue officer della Juventus, ha dichiarato al The Times all’inizio di quest’anno che l’associazione con il suo marchio era così forte che era difficile dire quanto delle alte entrate della Juventus siano dilaganti a causa del suo dominio in Serie A e quanto è giù. In poche parole, per avere Ronaldo in squadra.
Ma in un’epoca di austerità, il suo stipendio non può essere giustificato. La Juventus non si trova negli stessi vincoli del Barcellona, ad esempio, ma i suoi tentativi di ricostruire la squadra sono falliti a causa del loro impegno con Ronaldo. Non voleva, in senso matematico, perdere. Ma in una situazione economica, non aveva molta scelta.
Per la maggior parte dell’estate, sembrava improbabile. Il calciomercato in Europa, solitamente molto rumoroso, è stato preoccupantemente tranquillo. Solo tre o quattro squadre potevano sperare di avvicinarsi al suo stipendio, e nessuna di loro era particolarmente interessata. Ronaldo, come previsto, ha riferito sull’allenamento precampionato. Ha postato un messaggio su Instagram rifiutando, in maniera alquanto poco convincente, la trasmissione del gossip.