Nagorno Karabakh, arriva la tregua: gli armeni accettano di deporre le armi – Buzznews

I peacekeeper russi uccisi in agguato nel Nagorno Karabakh

Il conflitto nel Nagorno Karabakh ha registrato un triste episodio con la morte di alcuni peacekeeper russi durante un agguato. Questi soldati facevano parte di un’operazione antiterrorismo contro i separatisti armeni presenti nella regione.

Il governo di Baku ha annunciato un accordo per il cessate il fuoco e l’avvio di negoziati a Yevlakh, sperando così di trovare una soluzione pacifica al conflitto.

Nonostante le formazioni armene abbiano accettato di deporre le armi, accusano Mosca di non averli protetti dagli attacchi degli azeri. La situazione è preoccupante e molti paesi hanno lanciato un appello per una mediazione al fine di evitare una nuova crisi nel Caucaso, compresa l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

Le versioni dei fatti divergono tra le parti coinvolte nel conflitto. Baku sostiene di aver mirato solo a obiettivi militari, mentre gli armeni parlano di vittime civili.

Secondo l’ex capo del governo regionale armeno, l’operazione in corso rappresenta un tentativo di pulizia etnica e si stima che ci siano almeno 400 morti.

Il cessate il fuoco, oltre alla resa dei separatisti armeni, prevede anche il disarmo delle forze del cosiddetto Artsakh. Tuttavia, sono sorte polemiche perché il primo ministro armeno Nikol Pashinyan non ha partecipato alla stesura del testo, scatenando le proteste dei manifestanti che chiedono le sue dimissioni.

La Russia, che non può permettersi di perdere il sostegno dell’Armenia, ha denunciato l’uccisione dei propri peacekeeper e minaccia di ritirare le proprie truppe se l’azione viene rivendicata dai separatisti.

Il presidente russo Vladimir Putin ha avuto una conversazione telefonica con Pashinyan, definendo il conflitto tra Armenia e Azerbaigian una “questione di pace” e sperando di trovare una risoluzione. La Russia ha interesse nello stabilizzare la regione, poiché rappresenta una delle principali rotte per l’importazione che permette di aggirare le sanzioni internazionali.

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