Quando la gente di solito pensa alla mafia italiana, generalmente immagina la violenza e l’estorsione. La maggior parte delle persone non camminerebbe per le strade di Palermo, il capoluogo siciliano, associando parchi e spazi pubblici alla criminalità organizzata.
Ma Paloma Socorro, che a settembre si recherà a Palermo sotto la supervisione di Programma per studenti Fulbright Per studiare come la mafia influenzi l’architettura della città, afferma che la città sta attualmente trasformando gli spazi pubblici utilizzando miliardi di dollari dalla capitale mafiosa catturata.
“È fondamentalmente una storia di resilienza”, afferma Sokoro, che si laureerà in scienze politiche alla Northeastern University questa primavera. Studierò come la città recupera la sua storia e si ricostruisce dopo aver sopportato tanta paura e violenza. Speriamo che questa sia un’opportunità per far luce su cosa ha funzionato e cosa non ha funzionato in città”.
Attraverso il programma Fulbright di nove mesi interamente retribuito, Sokoro lavorerà con un’organizzazione senza scopo di lucro dedicata a invertire gli effetti della mafia chiamata Fondazione Falcone.
“Sapevo che volevo fare ricerca in Italia perché mia nonna è di lì”, dice. Fortunatamente, il processo di candidatura per questa borsa di studio ha coinciso con un corso di italiano che Socorro stava seguendo in quel momento e l’inizio del suo primo progetto di ricerca, che ha deciso di sfruttare come un’opportunità per iniziare a indagare sulle conseguenze della mafia in Italia.
Dopo aver letto una serie di libri sulla criminalità organizzata in Italia, Socorro ha deciso di studiare come l’architettura potesse essere riproposta con i soldi recuperati. “La mia classe di laurea è stata enorme nel permettermi di esplorare questo argomento”, dice.
Socorro ha preso lezioni di italiano dai tempi del liceo, ma ora che ha vinto questo premio Fulbright, ha intenzione di rispolverare il suo italiano per prepararsi ad alcune delle conversazioni difficili che dovrebbe avere a Palermo.
“Molte delle ricerche che farò si baseranno sulle interviste che faccio con le persone”, dice. “La mafia è sicuramente un tema delicato in Italia, soprattutto a Palermo, dove c’è stata molta violenza vera e propria”.
Ad esempio, il giudice e procuratore italiano dell’accusa, Giovanni Falcone, il cui omonimo per l’istituto, è stato assassinato in autostrada a Palermo nel 1992 quando la mafia ha fatto esplodere un ordigno esplosivo nella sua auto.
Oggi, dice Sokoro, la violenza è meno diffusa e l’influenza della mafia è leggermente diminuita, sebbene la loro impronta sulla città sia ancora visibile culturalmente e nella geografia urbana.
La Socorro si dice pronta per la ricerca che farà in Italia per via di alcune delle esperienze che ha avuto alla Northeastern University, in particolare le due Dialogo tra civiltà Ho fatto in Ghana e Svizzera.
In Ghana, Sokoro afferma di aver intervistato molti studenti sul sistema educativo e sulle competenze di cui avrà bisogno durante la compilazione di storie orali sulla mafia in Italia. In Svizzera, Socorro ha condotto ricerche approfondite utilizzando la Biblioteca delle Nazioni Unite, un esperimento di ricerca che, secondo lei, l’aiuterà a raccogliere informazioni per il suo prossimo progetto all’estero.
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