(ANSAmed ANSAmed) – La Valletta, 29 dic – Continua l’esplosione di nuovi contagi da Covid-19 a Malta. Nell’ultima settimana sono stati registrati numeri senza precedenti dall’inizio della pandemia. Il nuovo record, con 1.298 casi registrati nelle 24 ore di ieri, è stato superato da 1.337 nuovi casi.
Il numero massimo di casi registrati al giorno era di 510 il 10 marzo.
Il numero di casi attivi è raddoppiato in cinque giorni, passando dai 4.469 del 24 dicembre ai quasi 9.000 di oggi (8.956). In un Paese secondo solo al Portogallo in Europa per percentuale di residenti completamente vaccinati, il tasso di ospedalizzazione è diminuito rispetto al numero di casi.
Attualmente sono 82 i pazienti (0,91%) nei reparti Covid dell’arcipelago. Erano 70 (1,57%) alla vigilia di Natale. Circa il 99% dei nuovi casi a Malta riporta pochi sintomi, spesso simili a un comune raffreddore oa una lieve influenza. L’alto numero di casi a Malta preoccupa più gli imprenditori che i medici. A rischio possono essere i servizi essenziali. In cinque giorni della scorsa settimana si è registrato un aumento record dei casi nelle ultime 24 ore, con 1.337 casi odierni (equivalenti a più di 160.000 casi in Italia, rispetto alla popolazione residente). Tuttavia, mentre la percentuale di persone che necessitano di ricovero è ancora inferiore all’1%, si stima che quasi 30mila persone siano bloccate a casa per la quarantena obbligatoria di coloro che risultano positivi. In un Paese di oltre mezzo milione di persone, il peso dei lavoratori costretti a casa potrebbe diventare un peso “insostenibile” per l’economia del Paese.
A lanciare l’allarme è la più importante associazione imprenditoriale del Paese, la Camera di Commercio, Industria e Industria di Malta, con un comunicato che chiede al governo di ridurre il numero di giorni necessari per la quarantena obbligatoria per coloro che sono stati completamente vaccinati e sono risultati positivi. o coloro che sono stati in contatto con un caso positivo. Attualmente sono 14 i giorni obbligatori e gli imprenditori chiedono di ridurli a 10 per i casi asintomatici e a sette per chi ha appena avuto contatti.
“C’è un rischio significativo che le aziende che forniscono servizi essenziali non siano in grado di operare senza interruzioni”, ha scritto l’associazione. “Le aziende che non possono lavorare da remoto, come ad esempio nel settore manifatturiero, affronteranno gravi problemi che metteranno ulteriormente a rischio la filiera.
Saranno colpiti i grandi magazzini, i grandi magazzini e il settore turistico”.
(ANSAMED)