Un controverso monaco buddista dello Sri Lanka accusato di incitamento all’odio nei confronti dei musulmani è stato nominato capo di una commissione per le riforme legali.
Secondo una notifica pubblicata martedì sulla Gazzetta Ufficiale, il presidente Gotabaya Rajapaksa ha formato un gruppo di lavoro presidenziale di 13 membri per Uno Stato e una Legge, guidato da Gallagudati Gnanasara di Bodu Bala Sina (la potenza buddista).
Condanna 2018
Oltre ad aver accusato il monaco di fomentare violenze contro i musulmani in passato, il monaco ha fatto notizia nel 2018 quando è stato condannato – per quattro capi – per oltraggio alla corte. È stato condannato a sei anni di carcere, di cui ha scontato solo nove mesi fino a quando l’ex presidente Maithripala Sirisena lo ha graziato con una mossa ampiamente criticata.
La nomina del gruppo di lavoro presidenziale arriva mesi dopo la decisione del governo di modificare le leggi sullo status personale dei musulmani nel Paese. Lo Sri Lanka ha anche la legge Kandyan e Thesawalamai Atto relativo rispettivamente alla società singalese e tamil.
Il comitato non include rappresentanti della minoranza Tamil o donne. Comprende quattro musulmani.
Commentando la task force, Ambika Satkonanathan, attivista ed ex commissario della Commissione per i diritti umani dello Sri Lanka, l’ha descritta in un tweet come “una farsa mascherata da organo di governo/governo”.
Il deputato dell’opposizione Shanakian Rasamanikam dell’Alleanza Nazionale Tamil ha dichiarato: “Questa stessa commissione è una definizione di ironia. Qual è lo scopo di istituire una commissione se la legge attuale non può essere applicata correttamente? Nominare un criminale a capo di questa commissione è quasi uno scherzo in se stesso.”
Secondo il quotidiano, la task force deve “condurre uno studio sull’attuazione del concetto; un paese, una legge” all’interno dello Sri Lanka, preparare un disegno di legge a tal fine e presentare una relazione entro il 28 febbraio 2022.