È stata scoperta una tomba con un avvertimento scritto in un testo rosso sangue che avverte che non dovrebbe essere aperto in Israele.
La notizia sta guadagnando slancio sui social media da quando le foto della tomba sono emerse su Internet. La tomba è stata trovata dagli archeologi in una grotta recentemente scoperta all’interno di un antico cimitero nel cimitero ebraico di Beit Shearim in Galilea.
Secondo gli esperti, questa è la prima tomba ad essere scoperta in un patrimonio mondiale dell’UNESCO in 65 anni.
Cose che non dovresti aprire:
– Il vaso di Pandora
– Ombrellone interno
– tombe anticheUn segno tombale di 1.800 anni di un uomo ebreo di nome Giacobbe il convertito è stato recentemente scoperto in Galilea. Il cartello includeva una scritta che avvertiva le persone di non aprire la tomba. pic.twitter.com/9JHyBBH3aI
— Israele ישראל (@Israele) 8 giugno 2022
Il testo sulla lapide è scritto in ebraico, secondo Tempi di Israele Dice: “Jacob (Ekopos) che si è convertito all’Islam giura a se stesso che chiunque aprirà questa tomba sarà maledetto”.
Un’immagine della lapide è stata condivisa dall’account Twitter ufficiale di Israele l’8 giugno con la didascalia: “Cose da non aprire: – Vaso di Pandora – Ombrello all’interno – Tombe antiche. Segno di tomba di 1800 anni di un uomo ebreo di nome Giacobbe il convertito scoperto di recente in Galilea Il cartello includeva un’iscrizione che avvisava le persone di non aprire la tomba”.
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Il rapporto ha suscitato la curiosità degli utenti dei social media che hanno pubblicato commenti interessanti su Twitter.
Un utente ha scritto: “Israele è il luogo in cui vivono il passato, il presente e il futuro”. Un altro ha scritto su Twitter: “Altre cose che non dovresti aprire: i confini ebraici”.
Il segno è stato scoperto l’anno scorso ma è stato pubblicato in un comunicato stampa congiunto dell’Università di Haifa e dell’Autorità israeliana per le antichità, secondo Tempi di Israele. L’outlet ha parlato anche con il capo dell’Autorità per le antichità israeliane, Eli Escusido, che ha affermato che l’iscrizione risale al tardo periodo romano o all’inizio del periodo bizantino.