Stanchi delle armi. Calo dei volontari sia in Russia sia in Ucraina

Il reclutamento di volontari ucraini sta diventando sempre più difficile, con la popolazione che non risponde più all’appello per alimentare la guerra. L’Armata Rossa ha perso un gran numero di ufficiali e fanti in 19 mesi di battaglie, con un totale stimato di 120-200mila caduti. Il Cremlino sta cercando reclute tra le regioni più svantaggiate della Russia, offrendo loro un salario tripli rispetto a un impiegato civile. Tuttavia, nonostante i soldi, sempre meno persone sono favorevoli alla guerra, con solo il 30% della popolazione che ancora sostiene il conflitto.

Anche in Ucraina il nazionalismo non riesce più a coinvolgere i giovani, che temono la guerra e cercano scappatoie per evitare la morte o l’invalidità. Kiev ha dovuto licenziare i responsabili del reclutamento militare per corruzione, dimostrando ulteriormente la difficoltà nel trovare nuove reclute. Il numero di morti e feriti in Ucraina è in aumento, con già 70mila morti e 120mila feriti da febbraio 2022.

Il fronte di battaglia è difficile da gestire per Kiev, che non riesce a concentrare forze superiori al nemico lungo i 1.000 chilometri di fronte. I generali ucraini sono stati invitati a redigere piani di battaglia più realistici, concentrandosi sul quadrante meridionale, considerato meno problematico. Il presidente ucraino Zelensky ha accettato di smilitarizzare la Crimea invece di cercare di riconquistarla. Il negoziato sta diventando sempre più probabile, data la difficoltà nel raggiungere una vittoria militare.

Con queste sfide sempre più pressanti, è necessario trovare una soluzione pacifica e bilaterale per porre fine a questa guerra che ha già causato così tante vittime. Sia l’Ucraina che la Russia devono lavorare insieme per trovare un accordo che soddisfi entrambe le parti coinvolte e che garantisca la sicurezza e la pace nella regione. Inoltre, è fondamentale coinvolgere la comunità internazionale per fornire supporto e mediazione in questo processo di negoziati. Solo attraverso il dialogo e la diplomazia sarà possibile evitare ulteriori perdite umane e ricostruire una società pacifica e prospera per tutti i cittadini interessati.

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