Nuovo episodio di sputi contro cristiani nella Città Vecchia di Gerusalemme da parte di due ebrei ortodossi
Gerusalemme – Nella Città Vecchia di Gerusalemme, si è verificato un nuovo episodio di aggressione verbale e fisica nei confronti dei cristiani. Questa volta, due ebrei ortodossi hanno preso di mira Nikodemus Schnabel, abate della Dormizione di Gerusalemme.
Gli sputi sono stati indirizzati in particolare verso Schnabel, il quale ha riferito di essere stato insultato anche nel nome di Gesù. Fortunatamente, entrambi i responsabili sono stati fermati dalle forze dell’ordine intervenute prontamente sul posto.
Il governo di Tel Aviv ha condannato fermamente l’episodio, definendolo un atto di intolleranza. Nel frattempo, l’Anp ha accusato i ministri israeliani di estrema destra di alimentare l’odio e l’aggressività nel paese.
Le immagini diffuse mostrano l’abate Schnabel importunato da giovani ortodossi, i quali sembravano agire in maniera premeditata e provocatoria. Wadie Abunassar, portavoce dell’Assemblea degli ordinari cattolici di Terra Santa, ha definito l’aggressione come una chiara violazione della dignità umana e come un atto di intolleranza religiosa.
Purtroppo, negli ultimi due anni, episodi simili si sono conclusi senza che i responsabili venissero puniti. Abunassar ha lodato la tempestività della polizia israeliana e ha auspicato che i giudici infliggano una condanna esemplare per deterre futuri atti di violenza.
Il ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, ha condannato fermamente gli atti di violenza contro membri di altre religioni, ribadendo che in Israele tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro religione, hanno il diritto di praticare liberamente la propria fede.
Dall’altra parte, il ministero degli Esteri palestinese ha condannato i due ebrei ortodossi accusandoli di istigazione da parte dei ministri israeliani di estrema destra. Ha definito l’episodio come espressione di una cultura coloniale razzista che nega l’esistenza dell’altro, sostenendo che le milizie di coloni si sentono incoraggiate da un senso di impunità politica e legale.
Il ministero palestinese ha anche accusato le milizie di continuare a seminare odio e provocare cittadini palestinesi e membri di altre religioni, sottolineando la necessità di adottare misure concrete per porre fine a tali episodi di violenza e discriminazione.