Il regista Saverio Costanzo porta in gara il suo nuovo film “Finalmente l’Alba” alla Mostra del Cinema di Venezia. Il film, ambientato a Cinecittà, vede come protagonista la giovane attrice Rebecca Antonaci nel ruolo di Mimosa, una ragazza semplice che, diventando comparsa, si ritrova coinvolta in una serata incredibile con una diva americana.
Costanzo ha dedicato il film a suo padre, Maurizio Costanzo, dichiarando che questa dedica rappresenta il minimo che potesse fare per ringraziarlo. Nel cast del film troviamo anche Alba Rohrwacher nel ruolo di Alida Valli, Lily James nel ruolo della diva americana e Willem Dafoe nel ruolo di un mercante d’arte.
La storia si svolge nella Roma degli anni ’50, periodo in cui avviene il caso Montesi. Tuttavia, il regista ha scelto di non raccontare questa storia, poiché l’epilogo non risulta interessante. Il personaggio di Mimosa trova ispirazione da Wilma Montesi, ma a differenza di quest’ultima, riesce a sopravvivere nel mondo dello spettacolo.
Saverio Costanzo ha citato “Bellissima” di Visconti e “Le Notti di Cabiria” di Fellini come principali fonti di ispirazione per il film, tuttavia, ha sottolineato che “Finalmente l’Alba” non è un film nostalgico.
Nonostante sia un film italiano, “Finalmente l’Alba” ha avuto un budget di 28 milioni di euro, una cifra inusuale per un film del genere. Nel film sono inoltre presenti riferimenti alle dive degli anni ’50, che affrontavano una vita difficile e dovevano essere seducenti e ammalianti.
La scena finale del film si svolge a Piazza di Spagna e mostra la protagonista, Mimosa, che scende le scale della piazza, accompagnata da una poesia di Cesare Pavese. Inoltre, è presente una scena in cui Mimosa passeggia con una leonessa docile, simbolo della diva americana e del fatto che Mimosa ha superato le sue paure.
“Finalmente l’Alba” si presenta quindi come un film dalla storia affascinante, ricco di riferimenti alla cultura cinematografica italiana degli anni ’50 e con una protagonista capace di affrontare le sfide del mondo dello spettacolo.