Il Comitato europeo dei diritti sociali, durante la sua 321a sessione (28 giugno – 2 luglio 2021), ha adottato:
La denuncia è stata registrata il 27 aprile 2020. Il Centro europeo per i diritti umani riferisce che, nell’ambito delle operazioni di polizia effettuate il 4 e 5 aprile 2020 nei confronti di due siti per viaggiatori nelle regioni Coulett e Gummet del comune di Charleroi, famiglie, compresi bambini e pazienti, sono stati colpiti. Una persona e una donna incinta, le loro roulotte e i loro beni sono stati sequestrati. Il Centro europeo per i diritti dei migranti sostiene che questa situazione deve essere considerata nel contesto più ampio delle operazioni di polizia che sono state condotte contro le comunità di viaggiatori zaino in spalla in tutto il Belgio dal 2019 e che sono state oggetto di una precedente denuncia collettiva presentata nel 2019 (ERRC v Belgio, Ricorso n. 185/2019). , Risoluzione sull’ammissibilità e misure immediate 14 maggio 2020). Nel caso in esame, il Centro europeo per i diritti dei rifugiati sostiene che le operazioni di polizia del 4 e 5 aprile 2020 a Charleroi si sono svolte senza considerazioni di proporzionalità e senza offrire una soluzione alternativa alle famiglie coinvolte, come la fornitura di alloggi alternativi, l’accesso a acqua, servizi igienico-sanitari, elettricità, cibo e servizi medici, mettendo in pericolo le famiglie colpite da difficoltà e rischi per la salute, compresi quelli associati al COVID-19, in violazione degli articoli 1, 2 (diritto al lavoro), 11, 1 e 3 (diritto alla tutela della salute), 12/1 (diritto alla sicurezza sociale), 13 1 (diritto all’assistenza sociale e medica), 16 (diritto della famiglia alla protezione sociale, giuridica ed economica), 17 (diritto dei minori e dei giovani alla protezione sociale, giuridica ed economica), 30 (diritto alla protezione dalla povertà e dall’esclusione sociale), 31 (diritto all’alloggio) ed E (non discriminazione) della Carta.
Il Centro ha inoltre chiesto al Comitato di deferire al Governo le misure immediate, ai sensi dell’articolo 36 del proprio regolamento.
La commissione ha dichiarato all’unanimità il ricorso ricevibile il 29 giugno 2021 e ha deciso che non era necessario informare il governo di eventuali misure immediate.
- Decisione sui vantaggi in Federazione Nazionale Dirigenti di Stato (UNADIS) c. Italia, Denuncia n. 147/2017
La denuncia è stata registrata il 20 marzo 2017. L’UNADIS ha denunciato la violazione dell’Italia degli articoli 1 (diritto al lavoro), 4 (diritto a un’equa retribuzione), 5 (diritto di organizzazione) (6 (diritto alla contrattazione collettiva) 24 (diritto alla tutela in caso di capo) ed E (non discriminazione) in combinato disposto con ciascuna delle rispettive disposizioni della Carta in relazione allo status di circa 800 agenzie fiscali dei dipendenti pubblici che, dopo aver esercitato in regime di contratti a termine, incarichi superiori a quelli inizialmente nominati, hanno perso tali incarichi a causa di Cambiamenti legislativi e giurisprudenziali, senza avere il diritto di regolarizzare il proprio status in posizioni dirigenziali da anni ricoperte. ha affermato che mentre nel settore privato un lavoratore ha diritto a un contratto a tempo indeterminato dopo aver lavorato a tempo determinato La durata è superiore a 36 mesi consecutivi e le stesse tutele non si applicano ai dipendenti pubblici, compresi quelli nominati come madri .nagers (manager) di agenzie fiscali con mandati a tempo determinato, in alcuni casi rinnovati da più di dieci anni. United CCD che i dipendenti delle agenzie fiscali che sono nominati amministratori con mandati a tempo determinato sono trattati in modo diverso dagli amministratori nominati per quanto riguarda i pagamenti di fine rapporto, le prestazioni pensionistiche e le indennità di malattia. Infine, UNADIS ha lamentato che l’esperienza acquisita lavorando come direttori di agenzie fiscali con mandati a tempo determinato non potrebbe essere presa in considerazione in futuri concorsi.
Ai sensi dell’articolo 8, paragrafo 2, del Protocollo che prevede un sistema di ricorsi collettivi, tale decisione sarà resa pubblica solo dopo che il Comitato dei Ministri si sia pronunciato, ovvero non oltre quattro mesi dopo essere stata deferita al Comitato dei ministri.