Un gruppo di lavoro italiano coordinato da Snam, RINA e Bormioli punta a ridurre le emissioni nell’industria del vetro attraverso l’utilizzo dell’idrogeno.
La produzione di oggetti in vetro, di cui l’Italia è il secondo produttore in Europa con oltre cinque milioni di tonnellate all’anno, è energivora, produce emissioni significative ed è difficilmente alimentabile con l’elettricità.
Per far fronte a questo, il progetto “Divina” (Decarbonizing Glass Industry: Hydrogen and New Equipment) mira a ridurre le emissioni nella fase di fusione del vetro, che rappresenta oltre il 50% del consumo totale di energia durante il processo produttivo.
Hai letto?
New York guarda all’idrogeno per guidare la decarbonizzazione
Nozioni di base per la decarbonizzazione dei processi dell’acciaio con un nuovo impianto a idrogeno
Assicura il gruppo, che comprende Snam, RINA, Bormioli Luigi, Bormioli Rocco, STARA GLASS e UNI.GE. e Stazione Sperimentale del Vetro, IFRF Italia, SGRPRO e RJC SOFT, che l’idrogeno può fornire una soluzione praticabile ottimizzando il consumo energetico, le emissioni e gestendo le sfide di produzione e trasporto.
“L’idrogeno svolgerà un ruolo chiave nella decarbonizzazione di settori ad alta intensità energetica come la produzione di vetro al fine di raggiungere gli obiettivi climatici nazionali ed europei. Questo progetto integra ciò che stiamo già facendo nei settori dell’acciaio, del trasporto ferroviario e della ceramica”, ha affermato Marco Alvira, CEO di Sanam.
Questa iniziativa consentirà, nel breve e medio termine, di valutare i risultati dell’introduzione di una maggiore proporzione di idrogeno miscelato con gas naturale negli altiforni esistenti operanti in condizioni di produzione regolare.
La sperimentazione di grandi quantità di idrogeno su forni in funzione sarà l’occasione per valutare la compatibilità della combustione dell’idrogeno con il materiale vetroso in contesti reali di produzione industriale dopo opportune prove di laboratorio.
Ugo Salerno, Presidente e Amministratore Delegato di RINA, ha commentato: “Dopo il primo test con una miscela di gas naturale e idrogeno al 30% nella lavorazione dell’acciaio che abbiamo condotto a maggio, le nostre competenze e i nostri laboratori vengono utilizzati anche per il progetto Divina, un traguardo importante verso la decarbonizzazione di un altro settore dei settori più importanti dell’economia italiana.
Oggi la principale fonte energetica utilizzata dalle vetrerie è il gas naturale e le emissioni di anidride carbonica sono circa 1.500.000 tonnellate all’anno: complessivamente, circa il 3,5% delle emissioni dell’intera industria manifatturiera. L’uso a livello nazionale di una miscela di idrogeno al 30% nei processi di fusione del vetro ridurrà le emissioni di 200.000 tonnellate, equivalenti alle emissioni di circa 100.000 automobili.
Il progetto definirà e successivamente migliorerà le regole di progettazione per i futuri forni, che possono garantire le migliori prestazioni anche con rapporti di idrogeno più elevati fino al 100%.