L’Italia sta per approvare definitivamente la pillola contraccettiva gratuita. Questa misura coinvolgerà solo le donne sotto i 26 anni e i medicinali saranno distribuiti nei consultori o in strutture pubbliche come gli ospedali. Il Consiglio di Amministrazione dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha dato il via libera martedì scorso, ma la decisione deve ancora essere ratificata con una delibera dello stesso Cda. La conferenza delle Regioni ha dato parere positivo e la Commissione tecnico scientifica dell’Aifa dovrà valutare la rimborsabilità.
Tuttavia, ci sono polemiche per l’esclusione delle farmacie e i limiti sull’età. Le senatrici Cecilia D’Elia e Beatrice Lorenzin hanno criticato la decisione, definendola un boicottaggio per le ragazze del Sud e un ostacolo all’accesso alla maternità consapevole. Distribuire la pillola a tutte le donne avrebbe un costo di 140 milioni di euro, mentre la proposta rivista dal Cda Aifa si aggira attorno ai 4 milioni di euro.
In passato, la Commissione tecnico scientifica (Cts) e il Comitato prezzi e rimborsi (Cpr) dell’ente regolatorio avevano dato parere positivo senza limiti di età. Tuttavia, la decisione venne sospesa e rinviata per motivi economici. Dal 1993 la pillola contraccettiva non è rimborsabile, ma alcune Regioni, come l’Emilia Romagna e la Puglia, hanno iniziato a fornire autonomamente il rimborso.
Le critiche di D’Elia e Lorenzin riguardano l’intento di vanificare i percorsi già attivi delle Regioni. Al contrario, la presidente di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera, Luana Zanella, considera la decisione come un primo passo verso l’accessibilità della contraccezione.
Si attende l’ufficialità al più presto, una volta che la delibera verrà ratificata dal Cda Aifa. Questa iniziativa è una risposta alle richieste di molte donne che vedono la contraccezione gratuita come un diritto fondamentale.