In un’intervista pubblicata domenica da “Il Mattino” in occasione del 130° anniversario del quotidiano di Napoli, papa Francesco ha affrontato una vasta gamma di temi, dalla guerra alle difficoltà nel sud italiano a quelle nel mondo. Dalla politica come massima forma di beneficenza al flagello della criminalità organizzata e della distruzione ambientale, con particolare riferimento a Terra dei fuochi e all’alluvione nelle Marche.
Scritto da Christopher Wells
In un’ampia intervista al quotidiano Napoli El MatinoPapa Francesco sottolinea ancora una volta la necessità di lavorare insieme per affrontare insieme i problemi persistenti di guerra, pandemia e povertà, lavorando per il bene comune. “Solo scoprendo ciò che ci unisce, fratelli e sorelle, troveremo una via d’uscita dalla crisi che stiamo attraversando, che non è iniziata oggi…”
Sebbene l’intervista si concentri specificamente sui problemi che affliggono Napoli e il sud Italia, papa Francesco ha chiarito che i problemi che devono affrontare sono “questioni globali”, domande “che riguardano il futuro del mondo intero”.
È ora di cambiare rotta
Papa Francesco ha insistito sulla necessità di “cambiare rotta”, dicendo che siamo tutti sfidati a farlo. Oggi, ha detto: “È ora di sperimentare, è tempo di scegliere… è ora di reimpostare la rotta”. Rileva in particolare la necessità di uno sviluppo sostenibile e integrato e di nuovi modi di intendere l’economia e il progresso; riduzione del debito per i paesi in via di sviluppo; E la necessità di porre fine allo sfruttamento della terra e alla corsa agli armamenti. Sfruttare le persone, soprattutto i bambini.
Per rispondere a queste crisi, il Papa ha affermato che è essenziale la creatività orientata al bene comune, ribadendo ancora una volta che il percorso che scegliamo di seguire è importante.
Giustizia e tolleranza sono i pilastri della vera pace
Passando alla questione della guerra, papa Francesco ha detto che oggi ci stiamo misurando dalla guerra in Ucraina, ma anche da tante altre guerre. Per citare san Giovanni Paolo II, scrivendo all’indomani dell’attacco terroristico dell’11 settembre, ha affermato che “un ordine infranto non può essere ripristinato completamente finché giustizia e tolleranza non saranno combinate”. “I pilastri della vera pace sono la giustizia e la tolleranza, che è una forma speciale di amore”, ha detto, aggiungendo: “Perché ogni cosa ha un tempo. Prima del perdono viene la condanna del male. Tuttavia, è necessario non seminare la guerra, ma per preparare la pace e seminare la pace».
L’impegno ambientale deve essere una priorità
Il Papa ha anche toccato il tema della cura dell’ambiente, soprattutto nell’ambito della Terra dei Fuochi (“Terra dei Fuochi”) vicino a Napoli, e le recenti devastanti inondazioni nella regione italiana delle Marche. Ha ribadito ancora che “tutto è connesso”, dicendo che bisogna “ricominciare” da questa consapevolezza. “Oggi è indispensabile che ogni individuo e l’intera comunità internazionale assuma come priorità l’impegno ambientale per un’azione collettiva, basata sulla solidarietà e sulla lungimiranza”, ha affermato.
La politica è la forma più alta di elemosina
L’intervista al Santo Padre ha toccato una serie di altri temi, tra cui il ruolo della Chiesa nella politica, che il Papa ha definito “l’arte dell’incontro” e “la forma più alta della carità”. Il “flagello” della criminalità organizzata; E ciò che il mondo può imparare dal sud del mondo in termini di solidarietà e del suo rapporto con il tempo, la storia e la terra.
Il testo integrale dell’intervista di Papa Francesco, in lingua originale italiana, lo trovate sulla nostra pagina italiana:
https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-09/papa-francesco-intervista-scelzo-il-mattino-napoli.html