Papa Francesco si rivolge all’Associazione Nazionale Imprenditori Edili e parla dell’importanza del loro lavoro, sottolineando la necessità di garantire condizioni di lavoro sicure per tutti.
Scritto da uno scrittore per Vatican News
Rivolgendosi giovedì all’Associazione Nazionale Imprenditori Edili in Vaticano, Papa Francesco ha osservato che il loro incontro, in occasione del 75° anniversario della fondazione dell’associazione, è stato “un’occasione per ricordare la storia che risale al secondo dopoguerra in Italia “. Infatti, ha proseguito, l’Associazione Nazionale Imprenditori Edili nasce nel 1946 come associazione pioniera di rappresentanza delle imprese italiane di ogni dimensione operanti nel settore edile.
I valori che ispirano i lavoratori
Papa Francesco ha notato che questo è un momento difficile anche per questo settore. “In questi tempi è importante fare affidamento sui driver e sulle scelte sottostanti”. Papa Francesco ha poi condiviso alcuni insegnamenti biblici che secondo lui potrebbero aiutare i membri nel loro lavoro. L’ha definita una “interpretazione cristiana” dei valori che ispirano la loro organizzazione: concorrenza e trasparenza; responsabilità e sostenibilità; Etica, legittimità e sicurezza.
Il Papa ha osservato che i Vangeli testimoniano che Gesù, nella sua predicazione, utilizzò anche la metafora della massoneria per veicolare i suoi messaggi. Ad esempio, nel vangelo di Luca “Gesù rivela il comportamento ipocrita e pigro di chi parla solo senza agire. Mostra la saggezza di un costruttore, e paragona i ciarlatani a coloro che costruiscono case su un terreno sabbioso senza fondamenta”.
Il papa ha aggiunto, certo, che Gesù non pensa ai grandi edifici, «ma indica che questi sono stati eretti sulle rive del fiume, mentre il buon costruttore sa che al primo diluvio una tale casa deve essere spazzata via».
Papa Francesco ha poi spiegato che questo proverbio «continua con l’altra faccia della medaglia»:Chi viene da me e ascolta le mie parole e le mette in pratica […] È come un uomo che ha costruito una casa, ha scavato in profondità e ha posto le fondamenta sulla roccia». (versetti 47-48). Il Papa ha notato che questo quadro diventa più interessante quando si ritiene che una tale costruzione abbia protetto anche la casa da possibili inondazioni future.
Competizione e trasparenza
Poi papa Francesco ha discusso dei valori a cui ha accennato prima, a cominciare dai valori di “competizione e trasparenza”.
Ha sottolineato che “la competizione da sola non basta”, perché illude l’uno che l’uno possa trionfare sull’altro o che la sconfitta dell’altro debba essere presa in considerazione nella performance economica. Quando ciò accade, ha aggiunto il Papa, “mina il tessuto sociale della fiducia che consente al mercato stesso di funzionare correttamente”. La competizione dovrebbe essere un incentivo a fare bene il proprio lavoro ea migliorarlo, piuttosto che un desiderio di dominio ed esclusione. Per questo è fondamentale la trasparenza nei processi decisionali e nelle scelte economiche, ha proseguito il Papa. “Consente di evitare la concorrenza sleale, che nella sfera economica e lavorativa spesso significa perdita di posti di lavoro, sussidi al lavoro non pubblicizzati o lavoro sottopagato”, ha spiegato.
Responsabilità e sostenibilità
Poi il Papa ha proseguito il suo discorso su “responsabilità e sostenibilità”. “Non abbiamo mai sentito parlare così tanto di sostenibilità”, ha detto il Papa, spiegando che essa “comprende la capacità rigenerativa di ogni ecosistema”. Nel settore edile è necessario utilizzare materiali che diano sicurezza alle persone; Tuttavia, ha affermato allo stesso tempo: “Dobbiamo evitare lo sfruttamento dell’ambiente cooperando per rendere inabitabili alcune delle aree particolarmente sfruttate”.
Etica, legalità e sicurezza
Infine, papa Francesco si è rivolto a “etica, legalità e sicurezza”. Nell’ultimo anno, ha osservato, “molte persone sono morte sul lavoro”. Il Papa ha sottolineato che non sono numeri, ma persone reali. Il Papa ha sottolineato che anche i cantieri hanno “vissuto tragedie che non possiamo ignorare”, ma purtroppo, se consideriamo la sicurezza sul lavoro come un costo, partiamo da un presupposto sbagliato.
Ha spiegato che le persone sono la vera ricchezza e senza di loro non c’è società lavorativa, lavoro e economia. Il Papa ha concluso che “lavorare in sicurezza permette a tutti di esprimere il meglio di sé mentre si guadagna la vita quotidiana”, aggiungendo che “più abbiamo a cuore la dignità del lavoro, più possiamo essere sicuri della qualità e della bellezza del lavoro svolto. Aumenterà”.
Papa Francesco ha concluso la preghiera di san Giuseppe, patrono dei lavoratori, chiedendogli di sostenerli nei loro sforzi, prima di chiedere loro di pregare anche per lui.