L’italiana Meloni rinnova le sue critiche al fondo di salvataggio dell’Eurozona

ROMA (Reuters) – Giovedì il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha rinnovato le sue critiche al fondo di salvataggio dell’eurozona, uno strumento da 500 miliardi di euro (541,55 miliardi di dollari) che è stato frenato dalla riluttanza di Roma a ratificare la sua riforma recentemente adottata.

Meloni ha espresso le sue preoccupazioni sul cosiddetto Meccanismo europeo di stabilità (ESM) in un incontro a Roma con i vertici del fondo, l’amministratore delegato Pierre Gramagnea e il segretario generale Nicola Giamarioli.

Secondo una dichiarazione del governo, ha “ribadito” che il Mes è una “anomalia” perché, pur disponendo di risorse significative, “non vengono utilizzate da molto tempo”.

Nel comunicato si aggiunge che la Meloni ha chiesto ai vertici del Meccanismo europeo di stabilità di studiare, insieme ad altri sostenitori del fondo, “possibili soluzioni” per trasformarlo in uno strumento più efficace per sostenere le economie dell’eurozona.

Il Meccanismo europeo di stabilità è stato creato nel 2012, in sostituzione di un fondo temporaneo istituito nel 2010, al culmine della crisi del debito sovrano dell’eurozona. Finora, cinque paesi si sono rivolti a lei per chiedere sostegno: Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna e Cipro.

Lo SME potrebbe fornire un’ancora di salvezza ai governi della zona euro tagliati fuori dai mercati, o prestare per ricapitalizzare le banche e fornire credito precauzionale. Al contrario, di solito richiede austerità o programmi di riforma fiscale.

Il fondo è fissato con un accordo del 2021 che deve essere ratificato da tutti i membri della zona euro prima che entri in vigore, e l’Italia è l’unico paese che sta rallentando su questo tema.

I compiti del nuovo MES ai sensi del trattato riformato includono la fornitura di un sostegno per il Sole Solution Fund, che è responsabile della gestione delle banche in fallimento nel contesto di un’unione bancaria.

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Un certo numero di politici italiani, tra cui la Meloni quando era all’opposizione, ha attaccato la riforma, sostenendo, tra l’altro, che avrebbe aumentato il rischio di ristrutturazione dell’enorme debito pubblico italiano.

Il mese scorso il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che è stato anche coinvolto nei colloqui con i direttori del Mes, ha affermato che il parlamento italiano ha bisogno di “una discussione adeguata e ampia… prima di decidere se ratificare o meno” il suo trattato di riforma.

($ 1 = 0,9233 euro)

Segnalazione aggiuntiva di Giuseppe Fonte, scrittura di Federico Macchione, montaggio di Alvise Armellini e Alistair Bell

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