L’Italia ritira i suoi piani pro-cash

Il governo italiano ha annullato i piani per consentire ai commercianti di rifiutare pagamenti digitali inferiori a 60 euro dopo l’opposizione della banca centrale del paese e della Commissione europea.

Nella sua bozza di bilancio all’inizio di questo mese, il governo di coalizione di destra guidato da Giorgia Meloni ha proposto di eliminare una norma secondo cui i commercianti devono accettare pagamenti elettronici di qualsiasi valore o incorrere in multe di 30 euro e del 4% del valore della transazione.

La norma è stata introdotta nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza post-Covid dell’Italia ed è collegata a circa 200 miliardi di euro di fondi dell’Unione europea.

Ora, il ministro dell’Economia italiano Giancarlo Giorgetti afferma: “Intendiamo annullare il provvedimento relativo ai punti vendita”.

Durante la sua testimonianza sul bilancio, Giorgetti ha suggerito che il governo potrebbe invece mettere in atto misure compensative per aiutare i rivenditori a pagare le commissioni delle carte.

L’inversione segue le critiche della Commissione europea, che ha sostenuto che il cambiamento pianificato sarebbe incoerente con gli sforzi per aumentare la conformità fiscale.

Anche il capo dell’Unità di ricerca economica della Banca d’Italia, Fabrizio Palasoni, ha affermato che “le restrizioni all’uso del contante sono un ostacolo a diverse forme di criminalità e [tax] dribbling”.

Sebbene abbia implementato un’inversione a U, il governo intende attenersi a un’altra modifica correlata che aumenterebbe il limite legale per le transazioni in contanti da € 1.000 a € 5.000.

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