Il boom del caldo in tutta Italia, Vicenza compresa, prova come il cambiamento climatico sia arrivato nella penisola. Solamente a luglio, le temperature percepite a Vicenza hanno superato i 40 gradi Celsius, mentre le temperature reali si aggiravano intorno ai 30 gradi Celsius. Cittá come Roma hanno avuto il bollino rosso per giorni e giorni, con giornali e media stranieri che definivano la capitale italiana come un “inferno.” E queste tendenze sembrano confermarsi per agosto, con le allerte meteo che suonano nei telefoni di tutti i cittadini.
Purtroppo, tra le tante conseguenze del caldo da record e dei livelli di umiditá quasi invivibili ci sono gli incendi, che distruggono l’ambiente ed il territorio italiano da Nord a Sud.
Secondo i dati dell’Atlante Mondiale degli incendi realizzato dall’Agenzia Spaziale Europea (Esa), a luglio gli incendi hanno distrutto oltre 53 mila ettari, un territorio grande quasi come l’intero lago di Bracciano. Di questi, il 90% é andato in fiamme solamente nelle ultime due settimane del mese. Da inizio 2023, gli ettari persi agli incendi (dolosi e non) in Europa sono stati 235 mila ettari. Dal 1 gennaio, in Italia sono stati registrati 169 focolai che hanno emesso nell’atmosfera 1.400 tonnellate di Co2.
Quanti degli incendi sono dolosi e quanti sono dovuti al clima? Purtroppo, i piromani in Italia spesso rimangono impuniti soprattutto perché i colpevoli non sono facili da individuare. Secondo i dati di Legambiente, dal 2021 i reati tra incendi dolosi, colposi e generici sono aumentati, in primis al Sud, con regioni come Calabria, Puglia e Campania che sono tra le più colpite. Gli incendi dolosi vengono appiccati per ragioni monetarie oppure come vendetta contro cittadini privati o contro la pubblica amministrazione. Aggravati dal
caldo torrido e dall’emergenza siccità, questi incendi sono difficili da spegnere.
Ed i colpevoli sono ancora più difficili da scovare. Il Corpo forestale italiano riporta che, tra le cause degli incendi, il 34% é dovuto a negligenze ed 65% ad azioni dolose. Le pene per i piromani sono tra dai 4 ai 10 anni in carcere, ma senza la tecnologia é quasi impossibile scoprire chi sono. Cosí come, senza tecnologia, la prevenzione e la lotta contro gli incendi é sempre più difficile.
Le innovazioni tecnologiche hanno trasformato la lotta contro i roghi. Se tutto é iniziato con un alimentatore pc come quello efficiente e conveniente proposto da RS, ora i droni possono essere di supporto ai vigili del fuoco, in particolare per il monitoraggio di zone dove non esiste la sorveglianza. Altrettanto fondamentale sono gli strumenti come il World Fire Atlas di ESA. Si tratta di un sistema digitale dove gli utenti possono monitorare online gli incendi boschivi, vedendo la loro evoluzione nel tempo e nella geografia. Grazie ai sensori a bordo del satellite Copernicus Sentinel-3A, questo sistema sfrutta la tecnologia
per rilevare la temperatura delle superfici terrestri. Altre innovazioni tech che possono aiutare nella lotta contro gli incendi ci sono i sensori wireless a lungo raggio (LoRa), che rileva l’idrogeno e l’anidride carbonica per segnalare l’inizio di un rogo. La Sicilia potrebbe essere la prima regione a sfruttare questa tecnologia, essendo la più colpita da roghi, dolosi e non.