Un team dell’Inaf ha recentemente fatto una scoperta sorprendente sulla superficie di Ganimede, il più grande satellite di Giove. Utilizzando lo strumento italiano Jiram a bordo della sonda spaziale Juno della NASA, sono state trovate tracce di sali cloruri e potenzialmente sali carbonati, inclusi quelli ammoniati.
Questa scoperta suggerisce che Ganimede, in passato, potrebbe aver ospitato un oceano e potrebbe aver avuto le condizioni necessarie per la vita. Jiram ha permesso di ottenere la migliore risoluzione spaziale mai raggiunta finora e ha coperto un’ampia area della superficie di Ganimede.
L’analisi della composizione superficiale del satellite suggerisce che ci sia stato un ampio scambio tra l’acqua liquida e il mantello roccioso. Ciò potrebbe indicare la presenza di processi endogeni, causati dalla composizione del liquido sotterraneo, e processi esogeni, causati dall’alterazione spaziale.
Questa importante scoperta è arrivata circa dieci anni prima delle misurazioni previste dalla sonda Juice, l’Agenzia spaziale europea. I dati di Jiram forniranno importanti informazioni preliminari per le future ricerche sulla storia geologica e sulla potenziale abitabilità di Ganimede.
Gli scienziati dell’Inaf sono entusiasti di questi risultati e sperano di ottenere ulteriori informazioni sullo sviluppo del satellite e sulla sua potenziale capacità di ospitare la vita. Questa scoperta apre nuove prospettive per le ricerche future su Ganimede e potrebbe fornire risposte importanti sulle origini della vita nel nostro sistema solare.