Israele ha lanciato un attacco contro l’Unrwa (Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi) e ha promesso che, alla fine della guerra, l’agenzia non sarà più presente a Gaza. Questa decisione ha suscitato una forte reazione da parte di numerosi Paesi, tra cui l’Italia, il Canada, la Germania, la Gran Bretagna, la Finlandia, l’Australia e i Paesi Bassi, che hanno deciso di congelare i propri finanziamenti all’Unrwa.
In risposta, Hamas ha invitato le Nazioni Unite a non cedere alle minacce e ai ricatti di Israele, definendo il governo israeliano come un’entità nazista canaglia. Il commissario generale dell’Unrwa, Philippe Lazzarini, ha dichiarato che la sospensione dei fondi rappresenta una minaccia per il lavoro umanitario dell’agenzia nella regione.
Hamas ha sottolineato che non è compito dell’Unrwa annunciare posizioni politiche sul conflitto, ma piuttosto difendere i diritti dei rifugiati. Tuttavia, l’Olp ha ammonito che la decisione di congelare i fondi comporta un rischio politico e ha chiesto agli Stati di ritirare immediatamente questa decisione.
Nonostante lo stop ai finanziamenti, l’Italia continua ad impegnarsi nell’assistenza umanitaria alla popolazione palestinese tramite altre agenzie dell’Onu. Nel frattempo, in Israele crescono le proteste contro il governo di Benjamin Netanyahu, accusato di non fare tutto il necessario per gli ostaggi ancora presenti a Gaza.
Netanyahu ha incluso nel suo discorso televisivo una copia di Mein Kampf in arabo, affermando che il libro è stato trovato a Gaza e denunciando l’educazione impartita ai bambini palestinesi. Inoltre, Israele ha attaccato anche la Corte dell’Aja per non aver archiviato il caso delle accuse di possibili genocidi.
Infine, Israele continua ad attaccare la roccaforte di Hamas a Khan Yunis nel sud della Striscia di Gaza. Nel frattempo, Stati Uniti, Paesi arabi e Israele stanno lavorando a un piano che prevede il rilascio degli ostaggi, un cessate il fuoco e la creazione di uno Stato palestinese in cambio della normalizzazione dei rapporti fra Arabia Saudita e Israele.