Una notizia bomba è recentemente uscita nel mondo della medicina, suscitando non poche polemiche. Il Veneto ha deciso di aprire le porte al Family Doc, un servizio che rappresenta un nuovo tassello nella privatizzazione della sanità italiana.
All’interno di strutture private, viene offerto un servizio simile a quello del medico di base in convenzione con il Sistema Sanitario Nazionale. Questo significa che gli utenti potranno beneficiare di alcuni vantaggi, come tempi di attesa ridotti, meno complicazioni burocratiche e un accesso facilitato al servizio.
Attualmente, il servizio è attivo a Mestrino, in provincia di Padova, presso il centro BMed Me.di.ca Group. Il presidente del gruppo, Cristina Sinigaglia, spiega che molte persone non hanno un medico di famiglia e che alcuni lamentano difficoltà ad accedere ai servizi di medicina generale. L’alternativa privata al medico di famiglia offre appuntamenti senza alcuna attesa e tempi brevi per i trattamenti.
Tuttavia, non tutto è rose e fiori. Il costo medio del servizio è di 50 euro a visita, il che ha sollevato preoccupazioni su una possibile monetizzazione complessa del sistema e sul declino dei medici di base tradizionali.
Per rassicurare il pubblico, la dottoressa Sinigaglia assicura che l’obiettivo non è sorpassare il sistema pubblico, ma di crescere seguendo le linee guida dettate dal Sistema Sanitario Nazionale. L’apertura di queste strutture private cerca di rispondere a un bisogno presente nella società, cercando di offrire un servizio di qualità per coloro che desiderano ottenere cure più immediate.
Nonostante le critiche che non mancheranno di sorgere, il servizio Family Doc rappresenta una svolta nel mondo della medicina e potrebbe aprire la strada ad ulteriori innovazioni e progressi nel settore sanitario italiano.