ROMA (Reuters) – I gruppi ambientalisti Greenpeace e Recomon hanno dichiarato martedì di aver fatto causa al gruppo energetico italiano Eni (ENI.MI) per aver contribuito al cambiamento climatico attraverso il suo business dei combustibili fossili.
Greenpeace ha dichiarato di aver inviato notifiche sulla causa a Eni, al ministero dell’Economia italiano e all’istituto di credito statale italiano Casa Depositi e Prestitti (CDP), che controllano congiuntamente la società con una quota di circa il 30%.
La causa sarà la prima per l’Italia.
“I querelanti … affermano il loro diritto a chiedere il risarcimento dei danni per gli effetti del cambiamento climatico, per i quali le maggiori compagnie energetiche italiane hanno una pesante responsabilità”, ha affermato Greenpeace in un affidavit scritto.
Ha detto di sperare di forzare un ripensamento della strategia aziendale di Eni e ha esortato il governo italiano e CDP a svolgere “un ruolo più forte nel garantire il rispetto da parte di ENI dell’Accordo di Parigi (sui cambiamenti climatici) e il rispetto dei diritti umani”.
Un portavoce di Eni ha affermato che la società “dimostrerà in tribunale l’invalidità della causa” nonché la validità della “sua strategia di trasformazione e decarbonizzazione”.
(Segnalazione su Elvis Armellini) Montaggio di Mark Potter
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