ROMA (Reuters) – L’Italia ha accantonato i piani per rilanciare un programma in base al quale lo stato fornisce garanzie per aiutare le banche a liberarsi dei crediti inesigibili, hanno detto a Reuters tre persone vicine alla questione.
All’inizio di quest’anno, il Dipartimento del Tesoro ha ottenuto un accordo preliminare con le autorità dell’UE per rinnovare il programma GACS secondo termini rivisti.
Ma le fonti, che hanno chiesto di non essere identificate, affermano che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ha mai presentato la richiesta formale necessaria affinché Bruxelles dia il via libera ufficiale.
L’UE dovrebbe esaminare tali misure per garantire il rispetto delle norme dell’Unione in materia di aiuti di Stato volte a preservare la concorrenza.
Dal suo lancio nel 2016 fino a giugno 2022, quando il programma è terminato, le garanzie GACS hanno aiutato gli istituti di credito nazionali a eliminare 117 miliardi di euro ($ 129 miliardi) di crediti inesigibili mitigando l’impatto delle cessioni sui loro guadagni.
Lo schema ha consentito alle banche di acquistare una garanzia statale per coprire le note meno rischiose durante lo smaltimento di crediti inesigibili riconfezionati come titoli.
Roma sta lavorando da mesi al rinnovamento della GACS ma Giorgetti non è del tutto convinto che le banche italiane abbiano ancora bisogno dell’aiuto dei contribuenti, nonostante i rischi di insolvenza aziendale a causa di bollette energetiche esorbitanti e alti tassi di interesse, ha detto una fonte.
Un’altra fonte ha affermato che con gli afflussi di prestiti in sofferenza ancora ai minimi storici, le banche italiane non hanno fretta di reintrodurre le garanzie.
Nel suo Documento economico e fiscale (DEF), questa settimana il Dipartimento del Tesoro ha ribadito i precedenti obiettivi fiscali per riportare il rapporto deficit di bilancio/PIL dell’Italia al di sotto del limite UE del 3% nel 2026 dall’8% nel 2022.
L’amministrazione di destra del primo ministro Giorgia Meloni, in carica da ottobre, ha promesso una posizione prudente sulle finanze statali poiché l’Europa sembra determinata ad adottare regole di bilancio più severe dal 2024.
Il Fondo per lo sviluppo economico ha mostrato che, alla fine del 2022, le banconote garantite da GACS ammontavano allo 0,7% della produzione nazionale italiana o 12,6 miliardi di euro, sostanzialmente in linea con il 2021.
Prima che venisse sospeso il rinnovo della GACS, l’Italia si preparava a modificare lo schema per renderlo meno generoso con le banche e per aumentare la tutela dei contribuenti, riducendo le possibilità di rimanere senza soldi.
Secondo i termini discussi con l’UE, lo schema avrebbe dovuto coprire l’80% anziché il 100% della tranche a basso rischio delle operazioni di cartolarizzazione di crediti inesigibili, hanno detto fonti in precedenza.
L’Italia a gennaio ha cercato di rinnovare il piano per due anni, con la possibilità di estenderlo per altri 12 mesi dopo.
($ 1 = 0,9039 euro)
Ulteriori segnalazioni di Giuseppe Fonte a Roma e Valentina Za a Milano. Montaggio di Jane Merriman
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