Il colosso immobiliare cinese Evergrande è al capolinea con un debito di 327 miliardi di dollari. La crisi immobiliare che ha colpito la Cina mette in discussione la crescita del settore del real estate, che rappresenta il 20% del PIL del paese. Per cercare di frenare il mercato immobiliare, il Partito Comunista ha imposto leggi che limitano i prestiti bancari agli sviluppatori immobiliari indebitati. Tuttavia, queste azioni non sono state sufficienti, poiché Evergrande è andato in default più volte nel corso del 2021, perdendo 81 miliardi di dollari in due anni.

La società cinese ha sospeso le contrattazioni in borsa e ha dichiarato di non essere in grado di emettere nuovo debito a causa di indagini legali in corso. Il presidente di Evergrande è attualmente sotto sorveglianza della polizia cinese, insieme ad altri dirigenti dell’azienda che sono stati arrestati. Inoltre, la società ha lasciato incompiute e invendute numerose abitazioni, con una superficie complessiva di 648 milioni di metri quadrati.

Il collasso di Evergrande potrebbe avere ripercussioni finanziarie non solo per la Cina, ma anche per i mercati internazionali. Nonostante ciò, gli esperti non prevedono una crisi finanziaria di grandi dimensioni, poiché la Cina è un paese creditore con una forte posizione finanziaria. Tuttavia, il Partito Comunista dovrà adottare misure per riaccendere la fiducia degli investitori e dei consumatori, al fine di evitare un collasso finanziario e l’insorgere di malcontento sociale.

Come riportato da Buzznews, la situazione di Evergrande rappresenta una sfida per il governo cinese, che dovrà lavorare per risolvere la crisi nell’interesse dell’intera economia del paese. Sarà fondamentale trovare una soluzione che mantenga la stabilità finanziaria e limiti gli impatti negativi sia a livello nazionale che internazionale.