Gli sviluppatori di applicazioni non sono soddisfatti dei cambiamenti apportati da Apple per adattarsi al Digital Market Act in Europa. Apple ha deciso di seguire in modo rigoroso il regolamento europeo, fornendo ai developer la possibilità di richiedere l’interoperabilità tra sistemi e piattaforme. Nonostante questa opzione, sorgono diverse polemiche riguardo alla Core Technology Fee di Apple, che costringe gli sviluppatori a pagare 0,50 euro per ogni download di un’app di successo.
In particolare, aziende come Spotify ed Epic sono tra le più criticate, in quanto devono sostenere commissioni molto elevate sull’AppStore. Queste commissioni rappresentano un onere significativo per le aziende e, anche se Apple cerca di giustificarle sostenendo che offrono una serie di servizi agli sviluppatori, molte imprese si oppongono a questo sistema.
Un’altra problematica che gli sviluppatori devono affrontare è la gestione di versioni diverse delle loro app per l’Europa e il resto del mondo. Gli aggiornamenti dell’app vengono considerati come nuove installazioni, il che comporta costi elevati per le aziende, come nel caso di Spotify. Questa situazione potrebbe portare molti sviluppatori più piccoli a evitare di aggiornare le proprie app di successo per evitare costi aggiuntivi.
L’imposizione della Core Technology Fee potrebbe inoltre ostacolare la nascita e lo sviluppo di store concorrenti, che potrebbero avere difficoltà a competere con l’AppStore di Apple. Sarà interessante valutare l’entrata in vigore del Digital Market Act a marzo per verificare se il regolamento soddisfa pienamente i requisiti e le aspettative degli sviluppatori.
Il mondo degli sviluppatori di app è in fermento e molti auspicano possibili modifiche o adeguamenti da parte di Apple per garantire una maggiore equità nel settore. In ogni caso, occorrerà aspettare per vedere come si evolveranno le dinamiche tra gli sviluppatori e Apple nell’immediato futuro.