Covid, la variante JN.1 aumenta il rischio di contagio: la nota dellOms – Buzznews

“L’Organizzazione mondiale della Sanità ha recentemente classificato la variante JN.1 come una ‘variante di interesse’. Questa nuova variante è emersa per la prima volta in Lussemburgo e presenta una mutazione caratteristica (L455S) rispetto alla sua progenitrice Pirola, oltre a quattro ulteriori cambiamenti nella proteina non-Spike.

Secondo gli esperti, la variante JN.1 ha dimostrato di possedere un’infettività significativamente più elevata rispetto alla variante BA.2.86. Inoltre, si prevede un ulteriore aumento delle infezioni causate da questa variante durante il periodo compreso tra Natale e Capodanno.

Nonostante ciò, i sintomi e la gravità delle infezioni causate dalla variante JN.1 non sembrano essere cambiati rispetto alle varianti precedenti. Inoltre, non ci sono indicazioni che i vaccini aggiornati contro la variante Omicron XBB.1.5, che sono risultati efficaci nella lotta contro la variante BA.2.86, non funzionino anche contro la variante JN.1.

L’OMS ha sottolineato l’importanza di continuare a vaccinarsi, poiché i vaccini sono ancora considerati efficaci nel proteggere dalle malattie gravi e dalla morte causate non solo dalla variante JN.1, ma anche dalle altre varianti circolanti.

Al fine di prevenire ulteriori infezioni, si consiglia di adottare alcune misure precauzionali come l’uso delle mascherine in luoghi affollati o chiusi e il mantenimento della distanza dagli altri.

Attualmente, la variante JN.1 è quella che si sta diffondendo più rapidamente negli Stati Uniti, rappresentando dal 15% al 29% delle infezioni. Nel Regno Unito, questa variante è stata riscontrata in circa il 7% dei test Covid positivi analizzati in un laboratorio.

Uno studio condotto da Massimo Ciccozzi e Fabio Scarpa ha evidenziato che, nonostante la variante JN.1 non sia più contagiosa rispetto alle varianti Omicron precedenti, presenta un cambiamento genetico che la rende immunoevasiva.

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Gli esperti invitano quindi a proteggere i soggetti più vulnerabili mediante la somministrazione di vaccini, i quali potrebbero necessitare di richiami poiché la protezione fornita dagli stessi diminuisce nel tempo.”

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