I consumatori italiani si lamentano dell’inflazione in aumento e considerano i prezzi molto più alti di quello che sono effettivamente. Secondo un’indagine condotta di recente, l’inflazione percepita dai consumatori italiani raggiunge l’11,2%, mentre i dati rilevati dall’Istituto Nazionale di Statistica indicano un tasso inflazionistico del 5,3%.

Tra i settori più colpiti dall’aumento dei prezzi ci sono i beni alimentari, la casa e i trasporti. Secondo il sondaggio, i consumatori percepiscono un aumento del 15,6% nel costo delle case, del 14,2% nel costo dei beni alimentari e del 14,4% nel costo dei trasporti.

L’inflazione percepita rappresenta la percezione dei consumatori sull’aumento dei prezzi rispetto al loro potere d’acquisto. È importante distinguere tra l’inflazione reale e quella percepita. La percezione influisce sul comportamento dei consumatori, spingendoli a ridurre i consumi o a rinunciare agli acquisti.

La maggior parte dei consumatori intervistati nutre una visione pessimistica riguardo all’aumento futuro dei prezzi e alle misure adottate dal governo per contrastare l’inflazione. Secondo il sondaggio, il 58% dei consumatori ritiene che la prossima legge di Bilancio non contenga soluzioni efficaci per combattere l’aumento dei prezzi.

Il patto anti-inflazione, stipulato tra governo, produttori e distributori, viene considerato irrilevante dal 64% dei consumatori intervistati. Tra le criticità del patto, si riscontrano la partecipazione volontaria delle aziende coinvolte e l’assenza di una lista precisa dei beni che beneficeranno di una riduzione dei prezzi. Inoltre, i prodotti freschi rimangono esclusi da queste riduzioni dei prezzi.

La percezione distorta dei consumatori sull’aumento dei prezzi è influenzata dalla mancanza di fiducia nel governo e nelle misure adottate per fronteggiare l’inflazione. I consumatori si trovano costretti a fare sacrifici per far fronte all’aumento dei costi, compromettendo i loro consumi e le loro condizioni economiche.