Assange, no allestradizione negli Stati Uniti (per ora), Londra concede lappello al fondatore di WikiLeaks

Londra, Regno Unito – La lunga battaglia legale di Julian Assange sembra non essere ancora giunta al termine, con l’Alta Corte di Londra che ha deciso di non estradarlo negli Stati Uniti, almeno per ora. Il fondatore di WikiLeaks ha ancora una carta da giocare per cercare di evitare l’estradizione, dato che i giudici hanno dato il via libera all’istanza della difesa per un ulteriore appello.

La decisione della corte è arrivata dopo che i giudici hanno chiesto al governo degli Stati Uniti di fornire garanzie sul rispetto dei diritti del giornalista se dovesse essere estradato. Assange, attualmente detenuto nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh a Londra dal 2019, non è ancora stato sottoposto a un processo, nonostante in America penda su di lui 18 capi di imputazione e una possibile condanna a 175 anni di carcere.

Il fondatore di WikiLeaks è accusato di aver violato il National Espionage Act, la legge sullo spionaggio americana del 1917. La sua difesa ha sempre sostenuto che le azioni di Assange riguardanti la divulgazione di documenti riservati erano di interesse pubblico e che la sua estradizione negli Stati Uniti metterebbe a rischio la libertà di stampa.

La decisione dell’Alta Corte di Londra ha aperto la porta a un potenziale nuovo capitolo nella storia legale di Julian Assange, che continua a lottare per evitare l’estradizione e per preservare la sua libertà. La battaglia legale è tutt’altro che conclusa e il mondo rimane in attesa di sviluppi futuri in questa complessa vicenda.

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