Manovra, lallarme dei distributori intermedi: Noi ignorati. Servono interventi su remunerazione e dpc o medicinali a rischio in farmacia – Buzznews

Dopo l’approvazione della Legge di Bilancio, i distributori di farmaci sono preoccupati per il futuro del settore. Le associazioni Adf e Ferderfama servizi hanno inviato una nota al Governo per richiamare l’attenzione sulle criticità che stanno affliggendo la filiera della salute. Le misure indicate nella manovra sembrano ignorare completamente la crisi che da tempo sta colpendo il settore.

I distributori lamentano la perdita di profitto a causa dei tagli ai margini di guadagno stabiliti dalla legge, che stanno mettendo a rischio la loro stessa esistenza. Negli ultimi due anni, i costi operativi e gestionali per i distributori sono aumentati in modo significativo, mettendo ulteriormente a rischio la loro situazione finanziaria.

Inoltre, preoccupa il passaggio dei farmaci dalla distribuzione diretta alla Dpc (Distribuzione per conto), che potrebbe non portare benefici significativi al settore. Il sistema Dpc presenta modalità non uniformi a livello regionale e non riconosce formalmente il ruolo essenziale svolto dai distributori intermedi.

Gli anni precedenti, nel 2019, le associazioni avevano già segnalato la crisi del settore e avevano richiesto una riforma equa della remunerazione per i distributori. È necessario prevedere misure specifiche per i distributori intermedi al fine di evitare il rischio di disarticolazione della catena di fornitura e le conseguenze negative sulla sanità nazionale e sui pazienti.

Le associazioni chiedono un coinvolgimento attivo dei distributori intermedi negli accordi Dpc e il riconoscimento della giusta remunerazione per il servizio svolto. Inoltre, si mette in evidenza come la stessa presenza dei medicinali nelle farmacie sia a rischio, a causa delle difficoltà economiche che stanno affrontando i distributori.

In conclusione, è urgente intervenire per garantire il corretto funzionamento della filiera della salute, riconoscendo l’importante contributo dei distributori intermedi e assicurando una riforma equa della remunerazione. Solo così si potrà evitare il rischio di disarticolazione della catena di fornitura e le pesanti conseguenze sulla sanità nazionale e sui pazienti.

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