Il presidente del Consiglio italiano, Giorgia Meloni, ha preso atto del veto espresso da Ungheria e Polonia su un accordo siglato in Lussemburgo per riformare le procedure di asilo Ue, a difesa di Budapest e Varsavia.
È stato un momento importante per il Consiglio europeo, che si è svolto il 30 giugno all’ottavo piano del palazzo Europa.
Il primo ministro italiano, Giorgia Meloni, sedeva con i suoi omologhi polacchi e ungheresi, rispettivamente, Mateusz Morawiecki e Viktor Orbán, su un divano nella sala della delegazione italiana. Morawiecki e Orban avevano appena bloccato un accordo con i leader dell’UE opponendosi alle conclusioni di un accordo già firmato in Lussemburgo che cambierebbe il modo in cui i richiedenti asilo vengono trattati alle frontiere e il modo in cui vengono trasportati attraverso l’Europa.
Alla Meloni è stato appena affidato l’arduo ruolo di mediatore con i due leader nazionali. “E’ stato un compito arduo”, hanno detto fonti europee informate dopo l’incontro tripartito.
In effetti, la mediazione è fallita.
Roma conferma contrarietà ai movimenti elementari
Il capitolo sull’immigrazione è stato eliminato dal testo della conclusione e sostituito con una dichiarazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, che sottolinea la necessità di finalizzare l’accordo “prendendo atto” dei veti di Varsavia e Budapest.
La mediazione di Meloni è stata sollecitata dal desiderio del presidente del Consiglio italiano di fare un ultimo disperato tentativo per impressionare Morawiecki e Orbán. E la convinzione di Michelle, insieme a quella di altri leader, che la vicinanza politica della Meloni ai colleghi ungheresi e polacchi, in particolare a questi ultimi, possa giocare un ruolo positivo.
Alla fine, il premier italiano ha detto di aver compreso la posizione del suo omologo: “Non sono mai stata delusa da chi difende gli interessi dei propri Paesi. La questione che stanno facendo i polacchi e gli ungheresi è tutt’altro che strana: sono i due Paesi che hanno la maggior parte di loro che si prende cura dei rifugiati ucraini e lo fanno”, ha spiegato Meloni. Con risorse Ue insufficienti.
Meloni: soddisfatto del ruolo della Roma da ‘protagonista’
Intervenendo dopo il vertice, la Meloni ha insistito in particolare sulla vera priorità dell’Italia: combattere i movimenti delle primarie. Ha osservato: “L’unica vera mediazione è nella dimensione esterna della migrazione, e su questo possiamo essere tutti d’accordo”.
La Meloni si è detta “molto soddisfatta” del ruolo di Roma da “campione” nei colloqui e nelle conclusioni del Consiglio europeo, compresa la parte riferita alla “flessibilità dei fondi di coesione e del PNR, che ci permetterà di spendere meglio 300 miliardi di euro”.
Il presidente del Consiglio ha poi negato l’esistenza di qualsiasi problema con i dossier economici che non erano al centro dell’ordine del giorno del vertice, e che erano stati sospesi nell’accordo sull’immigrazione e l’asilo.
Il partenariato con la Tunisia, che, su iniziativa dell’Italia, era stato inserito nel capitolo sulle relazioni estere, non è stato cancellato. “C’è un consenso unanime sul nostro lavoro all’interno dell’Unione Europea”, ha sottolineato la Meloni, che ora è in attesa della firma del Memorandum d’intesa tra Bruxelles e la Tunisia, che sarà firmato a nome dell’Unione Europea dal Commissario ungherese: Olivier Varhelyi.