La resa di Mariupol ha posto fine alla guerra più distruttiva della Russia in Ucraina e ha permesso al presidente Vladimir Putin di rivendicare una rara vittoria nella sua campagna vacillante, che molti analisti militari affermano abbia vacillato. Mentre la Russia l’ha chiamata resa, gli ucraini hanno evitato quella parola.
Finlandia e Svezia hanno formalmente chiesto di entrare a far parte della NATO, una mossa motivata da preoccupazioni per la sicurezza riguardo alla guerra russa in Ucraina. Il ministro degli Esteri russo Lavrov ha affermato che l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO probabilmente non farebbe molta differenza, poiché i due paesi hanno partecipato a lungo alle esercitazioni militari dell’alleanza.
Martedì Mariupol è apparso sul punto di cadere in mano ai russi quando l’Ucraina si è mossa per abbandonare la sua acciaieria mentre centinaia di suoi combattenti hanno resistito per mesi sotto i bombardamenti incessanti nell’ultimo bastione della resistenza nella città devastata.
La cattura di Mariupol l’avrebbe resa la città più grande occupata dalle forze russe e avrebbe dato al Cremlino una vittoria tanto necessaria, anche se il paesaggio era in gran parte ridotto in macerie.
Più di 260 combattenti ucraini – alcuni gravemente feriti e portati in barella – hanno lasciato lunedì le rovine dello stabilimento Azovstal e si sono consegnati alla parte russa in un accordo negoziato dalle parti in guerra.
Altri sette autobus che trasportavano un numero imprecisato di soldati ucraini dalla fabbrica sono stati visti arrivare martedì in un’ex colonia penale nella città di Olenivka, a circa 88 chilometri a nord di Mariupol.
Mentre la Russia l’ha definita una capitolazione, gli ucraini hanno evitato quella parola e hanno detto invece che la guarnigione della fabbrica aveva completato con successo il suo compito di collegare le forze russe ed era soggetta a nuovi ordini.
Il pieno controllo di Mariupol darebbe alla Russia un ponte terrestre ininterrotto verso la Crimea, che ha sequestrato all’Ucraina nel 2014, e priverebbe l’Ucraina di un porto vitale. Potrebbe anche liberare le forze russe per combattere altrove nel Donbass, la regione industriale orientale che il Cremlino intende conquistare. Avrebbe dato alla Russia una vittoria dopo ripetute battute d’arresto sul campo di battaglia e sul fronte diplomatico, a cominciare dal fallito tentativo di prendere d’assalto la capitale, Kiev.